mercoledì 20 febbraio 2013

RUBY SPARKS (2012), Jonathan Dayton e Valerie Faris


USA, 2012
Regia: Jonathan Dayton, Valerie Faris
Cast: Paul Dano, Zoe Zakan, Chris Messina, Annette Bening, Antonio Banderas, Deborah Ann Woll
Sceneggiatura: Zoe Zakan


Trama (im)modesta – Calvin ha ventinove anni, a diciannove ha scritto un romanzo così rivoluzionario che è entrato nella storia della letteratura Americana ma adesso la sua vena creative s’è esaurita. Il blocco dello scrittore lo devasta, complice il narcisismo di cui è vittima e che l’ha portato a distruggere la sua unica vera relazione d’amore. Affascinato dal sogno ricorrente di una ragazza perfetta, Calvin decide di scrivere la sua storia d’amore con quella ragazza, inventando un nome (Ruby, appunto), una biografia, una personalità. La scrittura del nuovo romanzo procede a gonfie vele fino al giorno in cui Ruby appare davvero in casa di Calvin, esattamente come lo scrittore l’ha descritta e sognata. Ma c’è un problema: Ruby è una creatura d’immaginazione, e Calvin può manipolarla a proprio piacimento. La cosa ha sapore d’inganno: che cosa deciderà di fare il giovane scrittore? Preferirà la realtà o la finzione?


La mia (im)modesta opinione – Abbiamo davanti, con Ruby Sparks, una delle più grandi commedie dell’anno passato. Non solo una riflessione profonda sul rapporto fra realtà e finzione, ma anche una storia d’amore: è incredibile infatti come all’interno di una sola storia i procedimenti del pensiero siano a tal punto colorati e fatti vivi dalle vive psicologie dei personaggi e dai loro rapporti d’amore che la storia stessa arriva ad assumere un colore d’umano. Una novella didascalica, la storia di un insegnamento, questo è Ruby Sparks, la folgorante opera seconda di quegli stessi registi che, anni fa, diressero quella gemma malinconica che fu Little Miss Sunshine.


Uno stile rigoroso eppure sobrissimo, che poco si concede a zuccherosità cinematografiche. Eppure certe inquadrature tolgono il fiato, certe scene sono puri diamanti e il registro della narrazione è talmente flessibile da poter fluttuare con assoluta libertà e disinvoltura fra i toni della commedia brillante, del dramma romantico, fino ad arrivare all’orrore soprannaturale. Ha qualcosa di sadico e oscuro quella scena in cui Calvin gioca con Ruby facendola muovere e ballare come una marionetta impazzita. Naturalmente fondamentali sono i grandissimi comprimari: Paul Dano, uno che grandissimo lo è stato fin dai suoi inizi, e Zoe Zakan, nuovo volto del cinema indie che, per l’occasione, ha pure firmato la sceneggiatura.


Il risultato è un film splendido, toccante che ha il raro dono di possedere personaggi profondamente umani, fragili, problematici. Grande è anche la spigliatissima colonna sonora e gli stupendi scenari losangelini. Spettacolare la luminosa fotografia, spettacolari i volti dei personaggi comprimari: Annette Bening, Antonio Banderas (che ci ricorda che sa essere un bravo attore, quando sta lontano dagli spot televisivi) e la bellissima rossa Deborah Ann Woll, la vampira Jessica del decadutissimo True Blood che anche nei cinque minuti della sua apparizione (apparizione di essenziale importanza per la decodifica dell’intera vicenda) riesce a alzare ancor di più il già alto livello del film.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Ovviamente il mitico Little Miss Sunshine (2006) di Jonathan Dayton e Valerie Faris, grande capolavoro del cinema indie. Per il rapporto realtà/finzione abbiamo il bello Vero come la finzione (2006) di Marc Forster, il grande Sliding Doors (1998) di Peter Howitt e i due immani classici The Truman Show (1998) di Peter Weir e Inception (2010) di Christopher Nolan.


Scena cult – La definitiva rottura fra Ruby e Calvin e il poetico finale.

Canzone cult – Due: il La donna è mobile cantato dal sempre troppo sopravvalutato Andrea Bocelli e la gemma vintage Quand tu es là di Sylvie Vartan.

12 commenti:

  1. Unica pecca: tutti troppo, troppo carini. La Bening e Banderas qui secondo me sono abbastanza ridicoli...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è anche vero ma perdono gli autori: il tono della commedia è brioso, in più i due protagonisti sono abbastanza tragici sotto certi punti di vista. Ottimo film, comunque.

      Elimina
    2. film splendido!
      anche per me le apparizioni macchiettistiche della bening e di banderas erano evitabili, però si può passare oltre visto che il resto è ottimo.
      e zoe kazan potrebbe avere ancora molte cose interessanti da regalarci in futuro...

      Elimina
    3. Vanno bene le macchiette: in fondo non riempiono l'intera storia. Zoe Zakan promette grandi cose, sì!

      Elimina
  2. Ho adorato questo film, soprattutto per il suo lato più cupo e tragico.
    Bella recensione, come sempre :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una bella recensione non può che venire da un bel film. Speriamo che la premiata ditta Dayton-Faris continui a lavorare così!

      Elimina
  3. Film bellissimo, che hai fotografato alla grande, nonchè uno dei miei preferiti dell'anno passato.
    Concordo in pieno!

    RispondiElimina
  4. perla assoluta di film, Paul Dano e Zoe Kazan nella scena al parco sono sul mio desktop da quando ho visto il film, mi piace guardarli, li adoro :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grandissimi, vero. Non vedevo coppie così dolci sullo schermo dai tempi di Blue Valentine e dei film di Wong Kar-Wai.

      Elimina
  5. un film stupendo, dolce e tenero al punto giusto! bellissimo

    anche te un blog di cinema? figo! ti addo tra i mie followers, passa a fare un salto dalle mie parti, ti aspetto! ;)

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...