USA, 2012
Regia: Jonathan Dayton, Valerie Faris
Cast: Paul Dano, Zoe Zakan, Chris Messina, Annette Bening,
Antonio Banderas, Deborah Ann Woll
Sceneggiatura: Zoe Zakan
Trama (im)modesta – Calvin ha ventinove anni, a diciannove
ha scritto un romanzo così rivoluzionario che è entrato nella storia della
letteratura Americana ma adesso la sua vena creative s’è esaurita. Il blocco
dello scrittore lo devasta, complice il narcisismo di cui è vittima e che l’ha
portato a distruggere la sua unica vera relazione d’amore. Affascinato dal
sogno ricorrente di una ragazza perfetta, Calvin decide di scrivere la sua
storia d’amore con quella ragazza, inventando un nome (Ruby, appunto), una
biografia, una personalità. La scrittura del nuovo romanzo procede a gonfie
vele fino al giorno in cui Ruby appare davvero in casa di Calvin, esattamente
come lo scrittore l’ha descritta e sognata. Ma c’è un problema: Ruby è una
creatura d’immaginazione, e Calvin può manipolarla a proprio piacimento. La
cosa ha sapore d’inganno: che cosa deciderà di fare il giovane scrittore?
Preferirà la realtà o la finzione?
La mia (im)modesta opinione – Abbiamo davanti, con Ruby
Sparks, una delle più grandi commedie dell’anno passato. Non solo una
riflessione profonda sul rapporto fra realtà e finzione, ma anche una storia
d’amore: è incredibile infatti come all’interno di una sola storia i
procedimenti del pensiero siano a tal punto colorati e fatti vivi dalle vive psicologie
dei personaggi e dai loro rapporti d’amore che la storia stessa arriva ad
assumere un colore d’umano. Una novella didascalica, la storia di un
insegnamento, questo è Ruby Sparks, la folgorante opera seconda di quegli
stessi registi che, anni fa, diressero quella gemma malinconica che fu Little
Miss Sunshine.
Uno stile rigoroso eppure sobrissimo, che poco si concede a zuccherosità
cinematografiche. Eppure certe inquadrature tolgono il fiato, certe scene sono
puri diamanti e il registro della narrazione è talmente flessibile da poter
fluttuare con assoluta libertà e disinvoltura fra i toni della commedia
brillante, del dramma romantico, fino ad arrivare all’orrore soprannaturale. Ha
qualcosa di sadico e oscuro quella scena in cui Calvin gioca con Ruby facendola
muovere e ballare come una marionetta impazzita. Naturalmente fondamentali sono
i grandissimi comprimari: Paul Dano, uno che grandissimo lo è stato fin dai
suoi inizi, e Zoe Zakan, nuovo volto del cinema indie che, per l’occasione, ha
pure firmato la sceneggiatura.
Il risultato è un film splendido, toccante che ha il raro dono
di possedere personaggi profondamente umani, fragili, problematici. Grande è
anche la spigliatissima colonna sonora e gli stupendi scenari losangelini.
Spettacolare la luminosa fotografia, spettacolari i volti dei personaggi
comprimari: Annette Bening, Antonio Banderas (che ci ricorda che sa essere un
bravo attore, quando sta lontano dagli spot televisivi) e la bellissima rossa
Deborah Ann Woll, la vampira Jessica del decadutissimo True Blood che anche nei
cinque minuti della sua apparizione (apparizione di essenziale importanza per
la decodifica dell’intera vicenda) riesce a alzare ancor di più il già alto
livello del film.
Se ti è piaciuto guarda anche... – Ovviamente il mitico
Little Miss Sunshine (2006) di Jonathan Dayton e Valerie Faris, grande
capolavoro del cinema indie. Per il rapporto realtà/finzione abbiamo il bello Vero
come la finzione (2006) di Marc Forster, il grande Sliding Doors (1998) di Peter
Howitt e i due immani classici The Truman Show (1998) di Peter Weir e Inception
(2010) di Christopher Nolan.
Scena cult – La definitiva rottura fra Ruby e Calvin e il
poetico finale.
Canzone cult – Due: il La donna è mobile cantato dal sempre
troppo sopravvalutato Andrea Bocelli e la gemma vintage Quand tu es là di
Sylvie Vartan.
Unica pecca: tutti troppo, troppo carini. La Bening e Banderas qui secondo me sono abbastanza ridicoli...
RispondiEliminaQuesto è anche vero ma perdono gli autori: il tono della commedia è brioso, in più i due protagonisti sono abbastanza tragici sotto certi punti di vista. Ottimo film, comunque.
Eliminafilm splendido!
Eliminaanche per me le apparizioni macchiettistiche della bening e di banderas erano evitabili, però si può passare oltre visto che il resto è ottimo.
e zoe kazan potrebbe avere ancora molte cose interessanti da regalarci in futuro...
Vanno bene le macchiette: in fondo non riempiono l'intera storia. Zoe Zakan promette grandi cose, sì!
EliminaHo adorato questo film, soprattutto per il suo lato più cupo e tragico.
RispondiEliminaBella recensione, come sempre :)
Una bella recensione non può che venire da un bel film. Speriamo che la premiata ditta Dayton-Faris continui a lavorare così!
EliminaFilm bellissimo, che hai fotografato alla grande, nonchè uno dei miei preferiti dell'anno passato.
RispondiEliminaConcordo in pieno!
Speriamo che replichino con il prossimo film!
Eliminaperla assoluta di film, Paul Dano e Zoe Kazan nella scena al parco sono sul mio desktop da quando ho visto il film, mi piace guardarli, li adoro :)
RispondiEliminaGrandissimi, vero. Non vedevo coppie così dolci sullo schermo dai tempi di Blue Valentine e dei film di Wong Kar-Wai.
Eliminaun film stupendo, dolce e tenero al punto giusto! bellissimo
RispondiEliminaanche te un blog di cinema? figo! ti addo tra i mie followers, passa a fare un salto dalle mie parti, ti aspetto! ;)
Sempre un piacere far visita ai colleghi!
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