martedì 12 febbraio 2013

MISFITS, Stagione 4 (2012), Howard Overman


Regno Unito, 2012
Regia: Nirpal Bhogal, Jonathan van Tulleken, Dusan Lazarevic,
Cast: Joseph Gilgun, Nathan Stewart-Jarrett, Nathan McMullen, Karla Crome, Matt Stokoe, Shaun Dooley, Natasha O'Keeffe
Sceneggiatura: Howard Overman, Jon Brown


Trama (im)modesta – Dopo gli eventi della terza stagione, Simon è tornato indietro nel tempo, Kelly e Seth si sono trasferiti in Africa e a occuparsi del servizio comunitario sono rimasti solo Rudy e Curtis, affiancati da due nuovi volti: Finn, un timido ragazzo con il dono della telecinesi, e Jess, una ragazza capace di vedere attraverso gli oggetti solidi. Insieme la nuova banda dovrà avere a che fare con il nuovo assistente sociale, Greg, e con tutta una serie di nuove figure: il misterioso barista Alex, la femme fatale Lola, la suora Nadine e Abbey, una ragazza che ha perso la memoria e non sa nulla del proprio passato. E le avventure in cui il gruppo si ritroverà impegolato sono delle più bizzarre: avranno a che fare con conigli assassini, cloni inquietanti, zombie, sorellastre dai poteri taumaturgici...


La mia (im)modesta opinione – Geniale. Geniale è la quarta stagione di Misftis, checché ne dicano i nostalgici che avevano già dai tempi della scomparsa dell’idolo assoluto Nathan Young, lamentato un sensibile calo nella qualità della serie. E se la terza stagione aveva fallito, impigliandosi fino all’eccesso dentro la trama sci-fi e, in generale, prendendosi troppo sul serio, gli autori della quarta stagione hanno deciso di dare una nuova svolta alla serie, trasformandola in una vorticosa giostra di situazioni, di generi differenti fra loro, di spinte gemelle sia verso il registro comico che verso quello drammatico. Lo humor è nerissimo, in questa quarta stagione, e la stagione stessa è nera, buia, piena a sprazzi di assurde genialate autoriali che ora reinventano un genere, ora ne creano uno del nulla, sfruttando situazioni del tutto strane e stranianti e non rinunciando a della sana metanarrazione con i personaggi che discutono i clichés che li caratterizzano.


Il personaggio di Rudy si è rivelato, adesso, degnissimo sostituto di Nathan con un repertorio di smorfie, scorrettissime battute, scurrilità e follie che, da sole, già bastano a rendere la serie più che meritevole d’essere guardata. Non parliamo poi delle assurde trovate degli autori che riescono a tirar fuori dal cappello genialate come un assassino dalla testa di coniglio che uccide le sue vittime con una mazza da golf, i quattro Cavalieri dell’Apocalisse come teppisti nerovestiti che cavalcano BMX armati di katana, lesbiche che rubano peni a uomini malcapitati e molto altro ancora. Ed è proprio questa la maggiore qualità della quarta stagione di Misfits: la capacità di reinventarsi costantemente e di rimanere sempre se stesso, la capacità di inglobare bassissima comicità e alte riflessioni sulla vita e sull’esistenza (agghiacciante Rudy che, giocando con una tastiera elettronica, compita casualmente un “We all die alone”); uno show che sa sia far ridere che far rimanere di sasso davanti alla morte di alcuni personaggi o alle incisive e agili caratterizzazioni dei personaggi più marginali.


Tutto questo accade grazie agli attori (anche se Karla Crome ha un personaggio leggermente più scialbo e dotato di minor forza comica o drammatica di tutti gli altri suoi colleghi), Joseph Gilgun su tutti ma senza dimenticarci un grandissimo Shaun Dooley, rude e amareggiato assistente sociale, e la stupenda Natasha O’Keeffe, che interpreta la triste Abbey. Insomma, poco importa la nostalgia: Misfits è tornato alla grandissima in questa stagione, pieno di genialità, di musiche delle più belle e di regie sempre più esperte che toccano poi vertici di assoluta arte cinematografica in episodi come quello dello zombie noir, assoluta perla non solo della serie ma dell’intera produzione televisiva inglese degli ultimi anni, o quello del coniglio assassino, inquietantissimo misto di crasso umorismo e inquietante dramma da camera rivisitato da Kafka. Assolutamente immancabile.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Ovviamente le più grandi serie tv inglesi: Black Mirror (2011-2013) di Charlie Brooker, presto rinnovato per una seconda stagione; la grande Dead Set (2008) sempre di Brooker. C’è poi il sommo classico Ai Confini della Realtà (1959) di Rod Serling, insieme alla nuova serie del Doctor Who (2005-2013) di Sydney Newman, C. E. Webber e Donald Wilson. Abbiamo poi il bel The Fades (2010) di Jack Thorne e la Being Human (2009-2013) di Toby Whithouse.


Scena cult – Lo spettacolare quarto episodio, seguito a ruota da dal surreale sesto.

Canzone cult – La lista sarebbe troppo lunga. Cito semplicemente il Blue Jeans di Lana del Rey (inaspettata discesa nel “popolare” per una serie caratterizzata di un certo elitarismo in musica) e la The Power of Love, cantata dal grande Shaun Dooley nei panni dell’assistente Greg.

4 commenti:

  1. Non sono solo una nostalgica, ma questa nuova stagione proprio non mi è andata giù. Le idee potevano essere buone ma non se abbozzate e usate per un episodio e poi lasciate morire... Rudy regge tutto, come vero e unico erede di Nathan, ma il resto del cast (e inserire un personaggio nuovo a metà serie se hai solo così pochi episodi non mi pare intelligente)non lascia molto il segno...

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    1. Le stagioni originali erano le originali, ma questa qui m'è piaciuta. Vero è che gli altri personaggi sono abbastanza deboli, ma come show l'ho trovato abbastanza divertente. Almeno ci hanno risparmiato i pipponi sci-fi!

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  2. me l'avevi già anticipato, quindi me l'aspettavo.
    però giudizio decisamente troppo entusiasta... :)
    sempre guardabili, i misfits, però l'entusiasmo di una volta ormai è svanito.
    un esempio è l'episodio del coniglio assassino, che partiva in maniera parecchio interessante, per poi sgonfiarsi del tutto nel finale...
    persino la colonna sonora, a parte le 2 canzoni che citi, in questa stagione è stata ben poco incisiva.
    delusion

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    1. Lo so, a farmi piacere questa stagione mi sento molto la mosca bianca della situazione. Vero è che secondo me lo spirito casinaro delle prime serie è tornato, non in tutta la grandezza iniziale ma è tornato. Vedremo come sarà la quinta!

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