Finlandia, Germania, Australia, 2012
Regia: Timo Vuorensuola
Cast:
Christopher Kirby, Julia Dietze, Götz Otto, Udo Kier, Peta Sergeant, Stephanie
Paul
Sceneggiatura: Timo Vuorensola, Michael Kalesniko
Trama (im)modesta – Anno 2018. Il presidente degli Stati
Uniti, bisognoso di pubblicità e riconoscimento, manda un gruppo di astronauti
di colore sulla Luna. Arrivati sul satellite, il gruppo viene aggredito da
altri astronauti che rapiscono uno degli astronauti e uccidono tutti gli altri.
L’astronauta viene portato alla base di coloro che si rivelano essere dei
nazisti. I nazisti, infatti, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sono rifugiati
sulla Luna, costruendo la loro razza ariana perfetta e programmando di invadere
la Terra...
La mia (im)modesta opinione – Checché se ne dica, Iron Sky è
un film divertente – e questo non lo si può negare. Un frullato di citazioni
colte (fantastiche quelle a Il Grande Dittatore di Chaplin e alla famosa scena
dello sclero di Hitler ne La Caduta di Oliver Hirschbiegel), rimandi alla
cultura nazista, satira politica (la Presidente degli USA che tiene un comizio
mimando i gesti scenici del Führer) e con un buon mix di puro exploitaition
movie condito dalla presenza dell’inquietante e mitico Udo Kier. Tutto il film
è un glorioso understatement, un assolo di buffo belcanto travestito da
canzoncina pop. No, non è irriverente ai limiti della follia come ci si
aspetterebbe da un God Bless America o Quella casa nel bosco, ma fa divertire,
divertire eccome.
La regia è d’impronta internazionale, senza particolari
impennate stilistiche, con giusto qualche riccio di visionarietà da steampunk
(pensiamo a Sky Captain and the World of Tomorrow, a Matrix o alle atmosfere
neogotiche di Franklyn) con ammiccamenti sparsi al film d’epoca a cui è sotteso
un umorismo magari facile, ma anche di facile appeal. Il film è una gigantesca
barracconata, sia chiaro, ma fa ridere per la sua mancanza di pretese – tanto
brutto da essere bello, come si diceva degli atroci film del regista menagramo
Ed Wood. E non che il regista stesso sia persona di gran genio: con due parodie
di Star Trek alle spalle (chiamate Star Wreck) e un ruolo da frontman nella
banda metallara di opaca fama Älymystö, non si può certo dire che il Vuorensola
sia esperto di gran cinema.
Il film piace, però, fa ridere, è bello: dalla Presidentessa
USA simil-Sarah Palin venata a tratti dal vecchio George Bush, all’assistente dispotica
Vivian che fa il verso a Hitler e si concia come una supereroina anni ’80 per
andare nello spazio a uccidere nazisti (!), i comprimari che riempiono le scene
di questo film sono semplicemente meravigliosi. Film macchiettistico? Senza
dubbio alcuno. Esagerato? Grossolano? Pomposo? Non credo, solo ben scritto e decorosamente
diretto ma molto, molto divertente – ma mai graffiante. A un film così, del
resto, non mi sentirei di chiedere di più, specialmente con la spazzatura che
gira per le nostre sale cinematografiche (vedi, i film di Adam Sandler, che
ormai gratta solo il fondo del barile).
Se ti è piaciuto guarda anche... – La tamarreide
cinematografica Sky Captain and the World of Tomorrow (2004) di Kerry Conran,
accoppiata all’improbabile Fascisti su Marte (2006) di Corrado Guzzanti e Igor
Skofic. Abbiamo poi il Bastardi senza Gloria (2009) di Quentin Tarantino, il
gran classico I ragazzi venuti dal Brasile (1978) di Franklin J. Schaffner, lo
scultissimo Ilsa: la belva delle SS (1975) di Don Edmonds, Il Portiere di Notte
(1971) di Liliana Cavani e Salon Kitty (1976) del mitico satiro Tinto Brass.
Scena cult – Il discorso al presidente della nazista Renate.
Canzone cult – Non pervenuta.
Concordo in pieno: una baracconata, ma una baracconata con stile, e molto divertente.
RispondiEliminaAncora una volta, lo stile è tutto.
Eliminaa me non ha divertito un granché..
RispondiEliminasui nazi ha fatto molto ma molto di meglio il quentin con il da te bistrattato bastardi senza gloria ;)
Mannò, Bastardi senza Gloria rimarrà sempre una delusione cocente. Quentin ha recuperato sì ma fra Kill Bill e Django Unchained, i Bastardi fanno davvero un'ingloriosa figura.
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