domenica 30 dicembre 2012

ARGO (2012), Ben Affleck


USA, 2012
Regia: Ben Affleck
Cast: Ben Affleck, Bryan Cranston, John Goodman, Alan Arkin, Clea DuVall
Sceneggiatura: Chris Terrio


Trama (im)modesta – Teheran, 1979. È in corso la rivoluzione islamica capeggiata dall’Ayatollah Khomeini. I militanti inferociti contro il governo degli Stati Uniti, colpevole di aver messo al governo del paese un crudele dittatore, irrompono nell’ambasciata americana e prendono 52 cittadini americani in ostaggio. Sei americani, che lavorano all’ambasciata, riescono a scappare e a rifugiati presso l’ambasciata canadese. I sei corrono il serio rischio di essere trovati e uccisi, per cui la CIA affida all’agente Tony Mendez, esperto di operazioni sotto copertura, il salvataggio dei rifugiati. L’idea di Mendez ha dell’assurdo, ma pare geniale: arrivare in Iran, dunque portar via i sei americani facendoli passare per membri di una troupe cinematografica canadese in cerca di location per un film di fantascienza: Argo, appunto. Il piano è follemente rischioso, eppure i sei cittadini riusciranno a scappare dal paese.


La mia (im)modesta opinioneArgo è il thriller dell’anno, senza dubbio alcuno, ma difficilmente diventerà il film dell’anno. Mi spiego meglio: la pellicola di Ben Affleck è un thriller politico valido più per effetto (un grande, grandissimo effetto) che per effettivo valore intrinseco. Eppure già la sola costruzione della tensione, rende Argo un film più che memorabile. Lontano dalla malinconica disperazione di Gone Baby Gone (che ritengo superiore sotto molti aspetti), Ben Affleck crea una storia ad altissima tensione, un thriller al cardiopalma che, senza l’ausilio di effetti speciali o baracconate che ormai caratterizzano il genere, riesce a far saltare il cuore in gola allo spettatore; e per di più semplicemente raccontandogli una storia vera.


Argo è un film profondamente americano. A partire dallo stile di regia: solidissimo, granitico quasi; privo di orpelli di alcun genere, nascostamente epico e dunque, come tutta l’epica, anche profondamente patriottico – un patriottismo, però, che Affleck riesce bene a dissimulare fra le trame dello spionaggio e che si rivela solo nelle sottigliezze. Il che è un bene, dato che un film che avesse prestato troppo facilmente il fianco a letture in chiave filo-americana avrebbe senza alcun dubbio attirato su di sé critiche giustificate, com'è successo con certi critici che gli hanno rimproverato di aver dipinto gli iraniani come una massa informe d'invasati e violenti. Ben Affleck dirige dunque, con mano fermissima, un film dalla sceneggiatura granitica, che volontariamente sta lontano da affettazioni di sorta e si dimostra più portato verso prese più salde e virili.


Valore aggiunto della pellicola è la sua verità. O meglio il fatto che narri degli accadimenti effettivamente avvenuti. La storia stessa, nel suo svolgimento, non presenta particolari complicazioni: l’andamento è lineare, i passeggeri s’imbarcano sull’aereo che li porterà verso il lieto fine senza grandissimi scuotimenti. Eppure la tensione è grande, enorme. Tutto questo dimostra come Ben Affleck si sia rivelato un regista di prim’ordine (per fortuna, dato che come attore è alquanto cane), grazie anche a un cast di altissimo livello composto dagli eccellenti comprimari Bryan “Heisenberg” Cranston (che senza dubbio definirei uno dei migliori attori della sua generazione), il peso massimo John Goodman e il sempre gustosamente gigione Alan Arkin.


Come già detto il film non si concede a svenevolezze e languori, giusto qualche tocco d'umorismo per il tramite del personaggio di Alan Arkin, che ironizza sul mondo del cinema. Bandito è l’approfondimento dei personaggi, severamente censurata la possibile lettura del film come scontro fra verità e illusione. Le uniche emozioni presenti sono la tensione e il sollievo, null’altro è descritto se non l’azione dura e pura. Tutto ciò, come dicevo sopra, rende Argo un film di grandissimo effetto e sicuro valore, ma in qualche modo lo fa sembrare inutilmente abbottonato, privo di quella profondità di temi che caratterizza i film che entrano negli annali della storia del cinema. Ma oltre a ciò Argo è forse uno dei migliori film hollywoodiani dell’anno e andrebbe considerato dovere il guardarlo e apprezzarlo.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Americani in guerra. Partiamo con la prima classe: Flags of Out Fathers (2006) e Lettere da Iwo Jima (2006) di Clint Eastwood, film di indiscussa grandezza e importanza; Syriana (2005) di Stephen Gaghan e l’importante The Hurt Locker (2008) di Kathryn Bigelow. Per vedere Ben Affleck alla regia, e sono tutti film spettacolari, ci sono Gone Baby Gone (2007) e The Town (2010). Storie di spionaggio e infiltrazioni? Ci sono Breach (2007) di Billy Ray, Burn After Reading (2008) di Joel ed Ethan Coen e Munich (2005) del decadutissimo Steven Spielberg.


Scena cult – La lettura del copione del falso film, inframezzata alla falsa fucilazione dei prigionieri.

Canzone cult – Non pervenuta.

6 commenti:

  1. sono d'accordo. un grande film impeccabile, a cui manca però quel non so che, forse anche un po' d'imperfezione, per renderlo davvero un capolavoro.

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    1. Manca la riflessione, la profondità di temi. Il film è bello, ma superficiale.

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  2. Io spero lo stesso che qualche Oscar al Ben lo diano, giusto per incoraggiarlo su una strada che sta percorrendo benissimo!

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    1. Trovo ci siano registi più meritevoli, senza togliere nulla a Ben Affleck che è un signor regista.

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  3. Bellissimo film, e devo dire che l'hai fotografato alla grande nella sua "americanità"! :)

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    1. Amo molto i film "americani" duri e puri. Ma trovo che certi autori riescano a dargli un tono di profondità in più. Comunque un grande thriller.

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