USA, 2012
Regia:
Jason Moore
Cast: Anna
Kendrick, Anna Camp, Brittany Snow, Skylar Astin, Alexis Knapp
Sceneggiatura: Kay Cannon
Trama (im)modesta – Beca ama la musica e vorrebbe lavorare
come DJ a Los Angeles, ma il padre, professore, le impone di andare al college
in cui lavora per un anno e di entrare, per meglio integrarsi, in uno dei vari
club degli studenti. Fra i tanti, Beca sceglie quello delle Barden Bellas, un
gruppo femminile di canto a cappella, che continua a perdere perché propone
sempre la stessa trita canzone. Rivali giurati delle Bellas sono i
Treblemakers, bastardissimo gruppo di canto maschile di inverosimile bravura.
Sembra poi uno scherzo del destino quando il ragazzo che piace a Beca entra a
far parte del gruppo rivale. Così, a colpi di battaglie musicali e mash-ups, le
Bellas intraprenderanno la scalata alle competizioni nazionali di canto a
capella, accettando la ventata di novità che Beca si porterà dietro.
La mia (im)modesta opinione – La trama così come l’ho
esposta pare quella del più banale fra i musical adolescenziali, lo so; ma è
stata una scelta intenzionale. Perché su una trama tanto banale gli autori del
film costruiscono una storia divertente e scorrettissima che, da dietro la
maschera della commedia teen, mena fendenti di esplosiva comicità a destra e a
manca, complice un intero, stupendo stuolo di comprimari eccellenti a cui sono
affidati i momenti e le situazioni più meravigliosamente grottesche del film,
senza risparmiarsi una frecciatina nascosta, ma non per questo meno velenosa,
ai musical ambientati nei liceo americani con particolare (e acidissimo)
riferimento all'ormai passivissimo Glee. Ed è proprio questa la forza del film: far saltare in aria
una mina di acidissima scorrettezza in mezzo a una trama apparentemente ingenua
e stereotipata e condire il tutto con numeri musicali da capogiro, con particolare menzione al rap e all' R&B.
Fra gli esilaranti e demenziali commenti dei presentatori
degli show, gli spettacolari personaggi di Fat Amy (in bocca a lei sono le
battute più devastanti) e della bizzarrissima cinesina Lily con la vocina bassa
e lo sguardo spaurito e con le stupende scene di canto a cappella (finalmente
non si sentono strumenti musicali invisibili che suonano!), il film procede se
non gloriosamente almeno radiosamente, trascinato da una talentuosissima Anna
Kendrick (lei è davvero una delle migliori giovani attrici sulla piazza) e
dalla biondaggine dabbene di Anna Camp, volto noto a cinefili e teledipendenti
per i suoi ruoli in The Help e, soprattutto, per la celeberrima scena del sesso
orale amministrato a una bottiglia di birra nella seconda stagione dell’ormai
supertrash True Blood. Da notare il cameo di Donald Faison, il Turk della
fondamentale serie tv Scrubs.
Magari il film non sarà la commedia dell’anno, ma le risate
sono certamente assicurate – le risate vere, quelle intelligenti e vagamente
bastarde che solo un film così creativo e sopra le righe sa regalare. Certi
pezzi della colonna sonora sarà meglio segnarseli (specialmente quello dei
superstronzi Trablemakers) e il film, ve l’assicuro io, diventerà col tempo un
piccolo cult del musical di ambientazione universitaria. Ulteriore lato
positivo: finalmente un musical dove, prima di cantare, i performers provano,
lavorano su canzoni e coreografie e nessuno s’inventa più niente. E dunque, fra
colonna sonora supergiovane e supercreativa, interpretazioni brillanti da parte
di tutto il cast e sceneggiatura esuberante e cattivella (certa roba sembra
rubata a una Diablo Cody di qualche anno più acerba), Pitch Perfect è uno dei
(pochi) musical che è riuscito a davvero non solo a farmi ridere ma anche a
conquistarmi.
Se ti è piaciuto guarda anche... – Per musical di buona
qualità e sempre sopra le righe, la mia lista è alquanto succinta: abbiamo il
cult assoluto The Blues Brothers (1980) di John Landis, il sommo capolavoro
Chicago (2002) di Rob Marshall, il travolgente Hairspray (2007) di Adam
Shankman e il sempre meraviglioso The Rocky Horror Picture Show (1975) di Jim
Sharman. Per le commedie bastarde abbiamo lo spassosissimo Le amiche della
sposa (2011) di Paul Feig, Funeral Party (2007) di Frank Oz, La ragazza della
porta accanto (2004) di Luke Greenfield e il dementissimo La figlia del mio
capo (2003) di David Zucker.
Scena cult – Su tutte, il malevolissimo incipit, una delle
scene più elegantemente trash che mi sia capitato di vedere e la battaglia musicale nella piscina vuota, che vi consiglio di vedere, giusto per assaggiare l'innata figaggine del film.
Canzone cult – Oltre alla Starships della di solito
odiatissima Nicki Minaj che però, stranamente qui, riusciva a suonar bene,
abbiamo Please Don’t Stop the Music e la spettacolare Right Round (di cui, nella mia generosità, vi fornisco pure la clip) dei Treblemakers, insieme al
loro pazzesco pezzo finale, il mash-up Bright Lights Bigger City/Magic; per le Bellas ci
sono il mash-up di Just the Way You Are/Just a Dream e le Songs About Sex del meraviglioso duello musicale, che non elenco, temendo la noia dei lettori.
Ho inserito i miei voti. Spero siano d'aiuto!
RispondiEliminanon sono un grande fan dei musical, però questo mi incuriosisce parecchio...
RispondiEliminaNon fosse per l'umorismo bastardissimo sarebbe un film piuttosto convenzionale. E in effetti il film è convenzionale ma la musica è godibile e lo script ha delle frecciate di un veleno...
EliminaDa quand'è uscito, l'avrò visto quattro volte u.u
RispondiEliminaBelle musiche e belle frecciatine.