sabato 22 dicembre 2012

PITCH PERFECT (2012), Jason Moore


USA, 2012
Regia: Jason Moore
Cast: Anna Kendrick, Anna Camp, Brittany Snow, Skylar Astin, Alexis Knapp
Sceneggiatura: Kay Cannon


Trama (im)modesta – Beca ama la musica e vorrebbe lavorare come DJ a Los Angeles, ma il padre, professore, le impone di andare al college in cui lavora per un anno e di entrare, per meglio integrarsi, in uno dei vari club degli studenti. Fra i tanti, Beca sceglie quello delle Barden Bellas, un gruppo femminile di canto a cappella, che continua a perdere perché propone sempre la stessa trita canzone. Rivali giurati delle Bellas sono i Treblemakers, bastardissimo gruppo di canto maschile di inverosimile bravura. Sembra poi uno scherzo del destino quando il ragazzo che piace a Beca entra a far parte del gruppo rivale. Così, a colpi di battaglie musicali e mash-ups, le Bellas intraprenderanno la scalata alle competizioni nazionali di canto a capella, accettando la ventata di novità che Beca si porterà dietro.


La mia (im)modesta opinione – La trama così come l’ho esposta pare quella del più banale fra i musical adolescenziali, lo so; ma è stata una scelta intenzionale. Perché su una trama tanto banale gli autori del film costruiscono una storia divertente e scorrettissima che, da dietro la maschera della commedia teen, mena fendenti di esplosiva comicità a destra e a manca, complice un intero, stupendo stuolo di comprimari eccellenti a cui sono affidati i momenti e le situazioni più meravigliosamente grottesche del film, senza risparmiarsi una frecciatina nascosta, ma non per questo meno velenosa, ai musical ambientati nei liceo americani con particolare (e acidissimo) riferimento all'ormai passivissimo Glee. Ed è proprio questa la forza del film: far saltare in aria una mina di acidissima scorrettezza in mezzo a una trama apparentemente ingenua e stereotipata e condire il tutto con numeri musicali da capogiro, con particolare menzione al rap e all' R&B.


Fra gli esilaranti e demenziali commenti dei presentatori degli show, gli spettacolari personaggi di Fat Amy (in bocca a lei sono le battute più devastanti) e della bizzarrissima cinesina Lily con la vocina bassa e lo sguardo spaurito e con le stupende scene di canto a cappella (finalmente non si sentono strumenti musicali invisibili che suonano!), il film procede se non gloriosamente almeno radiosamente, trascinato da una talentuosissima Anna Kendrick (lei è davvero una delle migliori giovani attrici sulla piazza) e dalla biondaggine dabbene di Anna Camp, volto noto a cinefili e teledipendenti per i suoi ruoli in The Help e, soprattutto, per la celeberrima scena del sesso orale amministrato a una bottiglia di birra nella seconda stagione dell’ormai supertrash True Blood. Da notare il cameo di Donald Faison, il Turk della fondamentale serie tv Scrubs.


Magari il film non sarà la commedia dell’anno, ma le risate sono certamente assicurate – le risate vere, quelle intelligenti e vagamente bastarde che solo un film così creativo e sopra le righe sa regalare. Certi pezzi della colonna sonora sarà meglio segnarseli (specialmente quello dei superstronzi Trablemakers) e il film, ve l’assicuro io, diventerà col tempo un piccolo cult del musical di ambientazione universitaria. Ulteriore lato positivo: finalmente un musical dove, prima di cantare, i performers provano, lavorano su canzoni e coreografie e nessuno s’inventa più niente. E dunque, fra colonna sonora supergiovane e supercreativa, interpretazioni brillanti da parte di tutto il cast e sceneggiatura esuberante e cattivella (certa roba sembra rubata a una Diablo Cody di qualche anno più acerba), Pitch Perfect è uno dei (pochi) musical che è riuscito a davvero non solo a farmi ridere ma anche a conquistarmi.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Per musical di buona qualità e sempre sopra le righe, la mia lista è alquanto succinta: abbiamo il cult assoluto The Blues Brothers (1980) di John Landis, il sommo capolavoro Chicago (2002) di Rob Marshall, il travolgente Hairspray (2007) di Adam Shankman e il sempre meraviglioso The Rocky Horror Picture Show (1975) di Jim Sharman. Per le commedie bastarde abbiamo lo spassosissimo Le amiche della sposa (2011) di Paul Feig, Funeral Party (2007) di Frank Oz, La ragazza della porta accanto (2004) di Luke Greenfield e il dementissimo La figlia del mio capo (2003) di David Zucker.


Scena cult – Su tutte, il malevolissimo incipit, una delle scene più elegantemente trash che mi sia capitato di vedere e la battaglia musicale nella piscina vuota, che vi consiglio di vedere, giusto per assaggiare l'innata figaggine del film.

Canzone cult – Oltre alla Starships della di solito odiatissima Nicki Minaj che però, stranamente qui, riusciva a suonar bene, abbiamo Please Don’t Stop the Music e la spettacolare Right Round (di cui, nella mia generosità, vi fornisco pure la clip) dei Treblemakers, insieme al loro pazzesco pezzo finale, il mash-up Bright Lights Bigger City/Magic; per le Bellas ci sono il mash-up di Just the Way You Are/Just a Dream e le Songs About Sex del meraviglioso duello musicale, che non elenco, temendo la noia dei lettori.

4 commenti:

  1. Ho inserito i miei voti. Spero siano d'aiuto!

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  2. non sono un grande fan dei musical, però questo mi incuriosisce parecchio...

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    1. Non fosse per l'umorismo bastardissimo sarebbe un film piuttosto convenzionale. E in effetti il film è convenzionale ma la musica è godibile e lo script ha delle frecciate di un veleno...

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  3. Da quand'è uscito, l'avrò visto quattro volte u.u
    Belle musiche e belle frecciatine.

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