USA, 2012
Regia: Xen Cassavetes
Cast: Milo Ventimiglia, Joséphine de La Baume, Roxane
Mesquida, Anna Mouglalis
Trama (im)modesta – Paolo è uno sceneggiatore trasferitosi
nella campagna del Connecticut per superare il suo blocco dello scrittore. Una
sera, al crepuscolo, incontra la bella Djuna che gli rivela d’essere una
vampira. I due s’innamorano e ben presto anche Paolo diventa un vampiro. La
coppia vive felice nell’immensa magione di Xenia, famosa attrice di teatro,
segretamente vampira, che ha rinunciato al sangue umano da più di un secolo. La
loro routine viene interrotta dall’arrivo di Mimi, sorella di Djuna, che al sangue
umano non ha certo rinunciato e sparge morti dovunque si trovi. A Djuna e Paolo
toccherà fermarla, combattendo il loro stesso desiderio di sangue umano.
La mia (im)modesta opinione – C’è poco da fare: anche con
uno stile notevolissimo, non c’è film che tenga a galla con una sceneggiatura
delle più brutte che mi sia mai capitato di avere davanti. E pensare che il
film ironizza pure sui film pseudo-artistici senza azione e totalmente incapaci
di sviluppare una trama! Storia inesistente, personaggi tagliati col machete,
battute incomprensibili e incoerenti. Qualunque sceneggiatore di B-movies anni
’70 avrebbe potuto far mangiare la polvere all’orrendo script della Cassavetes,
figlia di illustri natali, come anche ci rivela il suo cognome. A salvare il
film non pensano nemmeno gli attori (tranne una palese eccezione) che sono
belli ma legnosi. È peggio quando si sforzano di mettere pathos, però: sembra
di vedere una soap opera sudamericana.
Ma il film non è del tutto privo d’interesse. In primo luogo
per il fatto che, se la Cassavetes è una sceneggiatrice penosa, se la cava
alquanto bene dal lato registico. Per essere un film indipendente, Kiss of the
Damned riesce a fornire inquadrature patinatissime e composte che ricordano il
cult Miriam si sveglia a mezzanotte. C’è poi la bomba sexy Roxane Mesquida, che
interpreta la conturbante Mimi, che si erge sul resto del cast per l’assoluta
sensualità che la caratterizza e che le permette di diventare l’unico
personaggio vagamente sviluppato della pellicola. Per il resto, il film non
vale nemmeno come trash-horror estivo, dunque diffidate dagli abbagliamenti
della stupenda fotografia e abbandonate questo imbarazzante film all’oblio in
cui già è precipitato.
Se ti è piaciuto guarda anche... – Il primo consiglio è l’inaspettata
gemma Midnight Son (2011) di Scott Leberecht che con due soldi e delle tecniche
molto, molto rudimentali è riuscito a confezionare un filmetto ultraindie e,
alla fin fine, abbastanza carino da guardare. Riesumate poi Il buio si avvicina
(1987) di Kathryn Bigelow e l’inquietante ma concettoso Nosferatu (1979) di Werner
Herzog. Inaspettato è il The Addiction (1995) di Abel Ferrara mentre viene
sottovalutato il 30 Giorni di Buio (2007) di David Slade.
Scena cult – Tutte quelle che coinvolgono al vampira Mimi.
Notevole è il torbido omicidio in discoteca.
Canzone cult – Notevolissima la colonna sonora, che tradisce
un ottimo gusto musicale. La Partita in Do Minore di Bach, la tamarra ma tenebrosa
Exposed di Ace Ventura nel remix di Liquid Soul e l’aria Suicidio da La
Gioconda di Ponchielli.
nonostante roxane mesquida e la buona messa in scena, mi sa che passo... :)
RispondiEliminaFai bene: il film fa proprio schifo. La Mesquida è meravigliosa.
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