USA, 2012
Regia:
Fisher Stevens
Cast: Al
Pacino, Christopher Walken, Alan Arkin, Mark Margolis, Addison Timlin, Vanessa
Ferlito, Lucy Punch
Trama (im)modesta – Val, dopo ventotto anni, esce di
prigione. Ad accoglierlo, all’uscita, sta l’antico amico e complice di
malefatte Doc. I due si apprestano a festeggiare la libertà di Val, ma
quest’ultimo non sa che un perfido gangster ha ordinato, pena la vita, al suo
amico Doc di ucciderlo entro le dieci del giorno successivo. Rimandando di
continuo l’assassinio, Doc segue Val nelle sue peregrinazioni fra bordelli,
locali lussuosi e case di risposo. E proprio in una casa di riposo i due
recuperano Richard, terzo componente dell’allegra brigata. Così i tre
passeranno la nottata fra vendette ai danni di stupratori cocainomani,
prostitute esteuropee, farmacie rapinate e problemi di natura medica, mentre le
famose dieci del mattino si fanno sempre più prossime.
La mia (im)modesta opinione – Spenderò poche parole su Stand
Up Guys, perché il film è di quelli che si commenta da solo. Fa sicuramente
piacere vedere tre grandi tirannosauri (diciamo pure due dato che Alan Arkin
appare per giusto una decina di minuti) del cinema mondiale riuniti insieme per
una divertente commedia criminale sui tempi che furono; e il film concede
parecchi momenti divertenti. Purtroppo però c’è come la sensazione, per tutta
la pellicola, che una reunion di tre così grandi attori vada alquanto sprecata
per colpa di una sceneggiatura che riesce brillante in certi punti, ma
insipida in altri.
Mi spiego meglio: vedere i vecchi manigoldi rapinare una
farmacia per rubare, oltre al necessario viagra, farmaci per ipertensione e
artrite è divertente, quasi quanto è divertente vedere Al Pacino gigioneggiare
come se non ci fosse un domani, sniffando pillole polverizzate con una
cannuccia. Ma proprio questa gigioneria è tanto gonfiata da rasentare il
ridicolo – un ridicolo stancuccio e frusto, con un vago sentore di squallido.
La ruffianeria, come al solito, è dietro l’angolo, ma non per questo il film ha
lo stesso bieco sapore d’operazione commerciale che ebbe l’atrocissimo Sfida
senza regole. Ovviamente il nostro Pacino (sommo attore di culto, ricordiamolo
sempre) ha imbroccato un paio di strade sbagliate (vedi Jack e Jill) ma questo
in una filmografia sterminata come la sua può essere perdonato, né Stand Up
Guys risulta un film orrendo, anzi.
Il problema è che l’autocompiacimento abbonda, forse un po’
troppo. E non certo dagli attori (il mio preferito rimarrà sempre Walken, che però pare il più a disagio di tutti)
che anzi forniscono delle macchiette fantastiche, specialmente la spettacolare
maitresse Wendy, interpretata da una Lucy Punch frizzantissima; il vero
problema è dello script, divertente ma, alla fin fine, poco intelligente,
troppo indulgente con se stesso, troppo frivolo e passeggero. Errore
perdonabile a uno sceneggiatore esordiente come Noah Haidle che rimescola temi
e situazioni tipici degli exploitaition movie anni ’70, inclusa una sottotrama
da rape-and-revenge che vede protagonista la ninfa tarantiniana Vanessa
Ferlito, protagonista di una mirabile lap dance in Death Proof.
Il sapore della pellicola, in definitiva, è quello di un
prodotto divertente ma puramente consumistico, che mira più a far presa sul
gran pubblico con espedienti triti piuttosto che costruire da solo il proprio
mito. Ma né il film andrebbe preso troppo sul serio né questa ruffianeria porta
sempre a esiti insopportabili. Licenziamo, dunque, Stand Up Guys con un sorriso
e una pacca sulla spalla, ringraziandolo per l’ora e mezza di divertimento
leggero ma totalmente godibile che ci ha offerto, nonostante non sia riuscito
ad appagare i palati di chi di cinema ne ha visto anche un poco di più dello
spettatore medio.
Se ti è piaciuto guarda anche... – La somma commedia
criminale è, per me, il The Ladykillers (2004) di Joel e Ethan Coen insieme al
divertentissimo Ocean’s Eleven (2001) di Steven Soderbergh e all’accoppiata
Lock & Stock – Pazzi scatenati (1998) e Snatch (2000) di Guy Ritchie.
Brillanti ma imperfetti sono poi In Bruges (2008) e 7 Psicopatici (2012) di
Martin McDonagh insieme al sempre divertente Get Shorty (1995) di Barry Sonnenfeld.
Scena cult – Al Pacino che sniffa pillole al bar, Alan Arkin
al bordello, la sparatoria nel negozio di vestiti.
Canzone cult – In una colonna sonora non meno ruffiana del
film stesso, troviamo la Not Running Anymore firmata per il film dai Jon Bon
Jovi e la finale Bright Lights di Gary Clark Jr.
Ce l'ho lì da vedere da un po', spero di averne presto l'occasione perché mi attira!
RispondiEliminaDiciamo che puoi permetterti d'attendere. E' una visione godibilissima ma alquanto scialla.
EliminaIo l'ho trovato divertente proprio per il suo giusto gigioneggiamento.
RispondiEliminaPer me, promosso.
Per promuoverlo a pieni voti avrei dovuto riscontrare alti tassi di genialità. Ci siamo quasi arrivati, quasi.
Eliminasarà che mi aspettavo una schifezzona da casa di riposo fordiana ahah, ma a sorpresa mi ha intrattenuto parecchio :)
RispondiEliminaAnche a me, ma la faccia di Walken urlava "Che cosa ci faccio qui, alla mia età?"
Eliminame lo sono persa, ma dalla mia posso dire che è stato nelle sale talmente poco che avrei dovuto fare i salti mortali, suvvia!
RispondiEliminaPerché pagare il prezzo del biglietto quando si può piratare, suvvia? Ahah
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