USA, 2012
Regia:
Ridley Scott
Cast: Noomi
Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Guy Pearce, Logan
Marshall-Green
Sceneggiatura: Jon Spaihts, Damon Lindelof
Trama (im)modesta – Dopo importanti scoperte archeologiche
che testimonierebbero che gli esseri umani siano stati creati da una razza
alinea superiore nota come “gli Ingegneri”, un gruppo di scienziati attraversa
l’universo sulla nave spaziale Prometheus alla ricerca di un pianeta simile
alla Terra indicato in numerosi e antichissimi reperti. Coi finanziamenti della
Wayland Corporation, il cui anziano direttore vuole scoprire il segreto della
vita eterna, il gruppo approda sul pianeta, scoprendo tracce di vita. Ma
insieme agli Ingegneri, gli scienziati scoprono anche un parassita – un’arma di
distruzione di massa che gli Ingegneri vogliono scatenare proprio sulla terra,
scontenti dell’umanità da loro creata.
La mia (im)modesta opinione – Prometheus è un film grande,
epico. Forse sarebbe stato degno di sviluppi narrativi e psicologici più
originali, che lo discostassero dal solito canovaccio del film semi-horror. Lo
dico con molta franchezza: escludendo il finale e il sapore generale della
vicenda, un sacco di situazioni mi sono parse rubate a La Mummia di Stephen
Sommers. Solo che La Mummia era un divertissement coi fiocchi, che sapeva anche
prendersi in giro; mentre Prometheus è un film dannatamente serio. Forte di una
cinematografia d’acciaio, il film procede proprio alla grande ma alla fine si
sente l’odore di una mancanza, come se qualcosa non fosse a posto. Strano: la
trama è solida, non possiede particolari buchi narrativi; il cast recita alla
grandissima con Michael Fassbender in testa; fotografia e scenografia sono
delle migliori, curate dal grandissimo designer Hans R. Giger che mischia
steampunk, belle époque e architettura neogotica. Ma vediamo di capire perché
il film appare, in definitiva, incompleto e vagamente manchevole.
L’incipit della pellicola è folgorante. Una biblica
carrellata sulla sublime epicità del mondo primordiale, un alieno che pare un
idolo antico. Dopo un inizio così il film procede anche meglio: l’approdo sul
pianeta, l’esplorazione; tutto con il condimento degli orpelli della fantascienza
più classica: navi spaziali che paiono palazzi, estetiche tute da astronauti,
sonni criogenici, ologrammi, creature misteriose e chi più ne ha più ne metta.
E già comincia a sentirsi il primo marcio: tutto sa di già visto, di
ripetitivo. Forse era anche nelle intenzioni di Scott il riproporre modelli e
figure tipiche della fantascienza classica ma il repertorio messo in scena sa
in effetti un po’ di vecchio. Ma, anche se visibile, questo è un neo
francamente trascurabile. Il film recupera in grandeur quello che perde in
originalità.
La verità è che Prometheus andrebbe benissimo come prima
istallazione di una saga, forse di una trilogia. Dico questo perché il film
pone deliberatamente quesiti a cui non da risposta. Fosse un film a sé stante
avrebbe dovuto e potuto sviluppare gli interessantissimi spunti cosmogonici ed
esistenziali che nella sua parte iniziale suggerisce per poi abbandonare in
favore di un incidente di percorso che declina il resto della trama in film di
mera avventura. Posto questo Prometheus è un film di altissima qualità, sebbene
sia un astro di prima grandezza nella filmografia di Ridley Scott, regista che
dell’epicità ha fatto il suo marchio preferito: basti pensare ad Alien, Il
Gladiatore, Blade Runner (il suo vero capolavoro) e al molto sottovalutato Le
Crociate.
La cinematografia, come ho già detto, è eccellente. In
primis il cast degli attori: Michael Fassbender si rivela forse il più dotato
attore della sua generazione con la sua capacità di suggerire intere psicologie
con un solo aggrottamento delle sopracciglia; Noomi Rapace, poi, fa più la
scream queen della situazione ma non è escluso che possa raggiungere le sublimi
vette che Sigourney Weaver ha toccato con la sua Ellen Ripley; Charlize Theron,
infine, mi è parsa alquanto sacrificata nella parte di ice bitch, mentre la
psicologia del personaggio avrebbe potuto benissimo essere affidata a una delle
attrici migliori sulla piazza. Il resto del cast, infine, è pure a un buon
livello sebbene sia del tutto privato di opportunità di emergere. Grande film,
dunque, che toccherà i vertici che gli spettano solo se la sua potenza sarà
eguagliata e superata da un sequel di uguale grandezza.
Se ti è piaciuto guarda anche... – Ovviamente è suggerita l’intera
saga di Alien: Alien (1979) di Ridley Scott, Aliens (1986) di James Cameron,
Alien³ (1992) di David Fincher e Alien Resurrection (1997) di Jean-Pierre
Jeunet. Altri film epici di Scott sono l’odiosissimo Il Gladiatore (2000), il
negletto Le Crociate (2005) e il superbo Blade Runner (1982). Quanto alla
fantascienza più spiccia, è impossibile non citare l’atroce ma ingombrante
Avatar (2009) di James Cameron, il grandissimo e fondamentale 2001: Odissea
nello Spazio (1968) di Stanley Kubrick e il capolavoro indie del genere: Sunshine (2007) di Danny Boyle.
Scena cult – L’operazione chirurgica che Noomi Rapace si fa
da sola con l’aiuto di una macchina, vero capolavoro di body horror; e
l’apocalittico finale.
Canzone cult – Non pervenuta.
Tecnicamente ineccepibile, con una sequenza iniziale da urlo, una fotografia e scenografia della Madonna, ma la trama è un po' risibile, purtroppo.
RispondiEliminaNon direi tanto risibile quanto deludente. Ovvero: è troppo limitata per un film che prometteva tante grandezze.
EliminaTecnicamente concordo, prima parte ottima, ma sviluppo non del tutto riuscito.
RispondiEliminaUna via di mezzo, per me.
Un po' più alto di una via di mezzo. Diciamo solo che è incompleto.
EliminaE intanto a me non è piaciuto molto. Fassbender per carità, è stato perfetto, ma si potevano risparmiare tante scene :/
RispondiEliminaIl problema, in effetti, era la non necessità di tanti episodi. Proprio per questo la trama avrebbe dovuto essere sviluppata con maggiore intelligenza e cognizione di causa.
Eliminaper me un film che parte anche bene, poi si perde clamorosamente e nel finale rovina del tutto.
RispondiEliminaspero non ci siano sequel, a me questo è bastato :)
Eppure l'intervento di un bravo autore potrebbe significare un riscatto. Pensa a Fincher per il terzo Alien!
EliminaCiao!
RispondiEliminaFilm raffazzonato fin dai primi minuti.....
il finale adrenalinico mi è piaciuto ma rimane la sensazione di poca chiarezza dall'inizio alla fine del film.....
per farlo meglio non ci voleva molto...si visivamente a tratti bello ma non basta.....
chissà forse il sequel sarà meglio, anche perchè non ci vuole molto!:)
Buon weekend!
Hai ragione sul senso di sospensione e di poca chiarezza. Quanto al giudizio complessivo, il mio rimane meno secco. Però come te spero in un sequel redentore.
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