USA, 2012
Regia: Seth MacFarlane
Cast: Mark Wahlberg, Mila Kunis, Seth MacFarlane, Joel
McHale, Giovanni Ribisi
Sceneggiatura: Seth MacFarlane, Alec Sulkin, Wellesley Wild
Trama (im)modesta – Boston, 1985. Il bambino John Bennett
esprime un desiderio: che il suo orsacchiotto di peluche prenda vita e sia il
suo migliore amico. Sorpresa inaspettata, il desiderio si avvera e l’orsetto
Ted prende davvero vita, diventando il miglior amico di John. Passano molti
anni, John è ormai trentacinquenne, fidanzato da quattro anni con la bellissima
Lori e ancora amico di Ted che, da tenero e dolce orsacchiotto, è diventato un
alcolista debosciato con un debole per le escort, le droghe leggere e le feste
selvagge. John e Ted sono ancora strettissimi amici ma Lori chiede a John di
crescere e di separarsi dall’amato orsetto di peluche. Ma abbandonare il mondo
della propria infanzia si rivelerà più arduo del previsto.
La mia (im)modesta opinione – Ci sono autori che lavorano
per il mondo dello spettacolo che hanno lasciato un’impronta profondissima nel
sostrato culturale della nostra società. Seth McFarlane è uno di queste
persone. Sceneggiatore, attore, doppiatore, cabarettista e cantante
statunitense, quella di McFarlane è un’esperienza di conoscenza dello showbiz a
trecentosessanta gradi; accompagnata da una grande conoscenza della cultura
popolare moderna e da un occhio critico davvero non da poco, capace di andare a
fondo di stereotipi e tabù dello spirito moderno e di svergognarne senza pietà
nevrosi e ipocrisie. Dopo quella titanica pletora di scorrettezze che sono
stati I Griffin, suo opus magnum, il signor McFarlane si è dato al cinema
diregendo, scrivendo e doppiando Ted, storia di un orsacchiotto particolarmente
volgare.
Con queste referenze e, dunque, queste aspettative mi
aspettavo da Ted una delle commedie più esuberanti e incontenibili che avessi
mai visto, ma ne sono rimasto in parte deluso. Non che il film manchi di
divertimento; anzi, ci sono due o tre scenette che non mi dimenticherò troppo
facilmente. Ma il problema più grande è che, come capita ormai a quasi tutte le
commedie, il film manca di quella intelligente demenzialità capace di farlo
diventare un vero classico, come ci si sarebbe aspettato. Mi spiego meglio:
classici del comico sono i film di Jim Abrahams e dei fratelli Zucker, le
grandi parodie con Leslie Nielsen e Charlie Sheen che riciclavano ad arte tutti
gli stereotipi filmici ereditati dagli anni ’70 e ’80 frullandoli in film che
erano sì dei trip ad alto tasso di cretinaggine ma che riuscivano discretamente
bere a mescolare assurdo e parodia dello stereotipo.
Così parte Ted, e così continua; ma a un certo punto si
perde per la strada. E temo che la puzza che sento sia quella di una velata
denuncia ai giovani d’oggi, incapaci, anche da adulti fatti e finiti, di
staccarsi dal mondo ludico della non-responsabilità, e di una spensieratezza
che perde facilmente ma che con ardore continua sempre a ricercare, mandando al
contrario il giro dell’orologio. Ovviamente questo spunto in Ted è presente ma
si perde in una trama che si scorda di essere paradossale e delirante come ci
si aspetterebbe e si butta sulla trama usata della commedia americana,
rovinandosi. Insomma Ted si va a smarrire nel labirinto del semiserio e, eccettuata
qualche gag al vetriolo che è davvero esplosiva, finisce per perdersi nella
banalità.
Peccato, un film come Ted poteva mirare davvero davvero in
alto. È zeppo di sequenze da antologia come le citazioni ad Airplane!, Flash
Gordon e alla cultura generale in genere. Poteva muoversi sulle tracce
interessanti degli spunti da commentario sociale mascherato da farsa, ha scelto
di volare più basso. Il cast, devo dirlo, non è troppo indovinato. Mark
Wahlberg è antipatico come sempre, Mila Kunis è troppo bella per essere vera
(mi rammento che diavolessa era ne Il Cigno Nero) e solo Seth McFarlane insieme
agli esplosivi comprimari riesce a dare turgore alla vicenda. Segnalo inoltre
un esilarante cameo di Ryan Reynolds in un inedito ruolo di amante gay del collega
di John.
Se ti è piaciuto guarda anche... – Dissacranti, kitsch,
ipercolti, pazzissimi. Così sono i film familiari a Ted. Iniziamo con i grandi
classici Shrek (2001) e Shrek 2 (2004) di Andrew Adamson, continuiamo con il
folle Zoolander (2001) e il più ordinato ma non meno esplosivo Tropic Thunder
(2008) di Ben Stiller. Citiamo poi le grandi parodie “classiche”: Una pallottola
spuntata e il suo sequel, Una pallottola spuntata 2½, (1988 e 1991) di David
Zucker; l’immortale, primo Airplane! (1980) di Jim Abrahams e David e Jerry
Zucker; i portentosi Hot Shots! e Hot Shots! 2 (1991 e 1993) di Jim Abrahams
e, ovviamente, l’altissimo, onnipotente Frankenstein Junior (1974) di Mel
Brooks.
Scena cult – Oltre al meraviglioso cameo di Ryan Reynolds,
cito il trip mentale di John alla vista di Sam J. Jones, adorato interprete di
Flash Gordon, suo film preferito.
Canzone cult – Non pervenuta.
Concordo.
RispondiEliminaAnche per me è stato, tutto sommato, una mezza delusione.
Mi aspettavo una specie di Clerks, e invece niente.
Sono d'accordo in pieno.
EliminaPeccato, che occasione sprecata.