lunedì 15 ottobre 2012

TED (2012), Seth MacFarlane


USA, 2012
Regia: Seth MacFarlane
Cast: Mark Wahlberg, Mila Kunis, Seth MacFarlane, Joel McHale, Giovanni Ribisi
Sceneggiatura: Seth MacFarlane, Alec Sulkin, Wellesley Wild


Trama (im)modesta – Boston, 1985. Il bambino John Bennett esprime un desiderio: che il suo orsacchiotto di peluche prenda vita e sia il suo migliore amico. Sorpresa inaspettata, il desiderio si avvera e l’orsetto Ted prende davvero vita, diventando il miglior amico di John. Passano molti anni, John è ormai trentacinquenne, fidanzato da quattro anni con la bellissima Lori e ancora amico di Ted che, da tenero e dolce orsacchiotto, è diventato un alcolista debosciato con un debole per le escort, le droghe leggere e le feste selvagge. John e Ted sono ancora strettissimi amici ma Lori chiede a John di crescere e di separarsi dall’amato orsetto di peluche. Ma abbandonare il mondo della propria infanzia si rivelerà più arduo del previsto.


La mia (im)modesta opinione – Ci sono autori che lavorano per il mondo dello spettacolo che hanno lasciato un’impronta profondissima nel sostrato culturale della nostra società. Seth McFarlane è uno di queste persone. Sceneggiatore, attore, doppiatore, cabarettista e cantante statunitense, quella di McFarlane è un’esperienza di conoscenza dello showbiz a trecentosessanta gradi; accompagnata da una grande conoscenza della cultura popolare moderna e da un occhio critico davvero non da poco, capace di andare a fondo di stereotipi e tabù dello spirito moderno e di svergognarne senza pietà nevrosi e ipocrisie. Dopo quella titanica pletora di scorrettezze che sono stati I Griffin, suo opus magnum, il signor McFarlane si è dato al cinema diregendo, scrivendo e doppiando Ted, storia di un orsacchiotto particolarmente volgare.


Con queste referenze e, dunque, queste aspettative mi aspettavo da Ted una delle commedie più esuberanti e incontenibili che avessi mai visto, ma ne sono rimasto in parte deluso. Non che il film manchi di divertimento; anzi, ci sono due o tre scenette che non mi dimenticherò troppo facilmente. Ma il problema più grande è che, come capita ormai a quasi tutte le commedie, il film manca di quella intelligente demenzialità capace di farlo diventare un vero classico, come ci si sarebbe aspettato. Mi spiego meglio: classici del comico sono i film di Jim Abrahams e dei fratelli Zucker, le grandi parodie con Leslie Nielsen e Charlie Sheen che riciclavano ad arte tutti gli stereotipi filmici ereditati dagli anni ’70 e ’80 frullandoli in film che erano sì dei trip ad alto tasso di cretinaggine ma che riuscivano discretamente bere a mescolare assurdo e parodia dello stereotipo.


Così parte Ted, e così continua; ma a un certo punto si perde per la strada. E temo che la puzza che sento sia quella di una velata denuncia ai giovani d’oggi, incapaci, anche da adulti fatti e finiti, di staccarsi dal mondo ludico della non-responsabilità, e di una spensieratezza che perde facilmente ma che con ardore continua sempre a ricercare, mandando al contrario il giro dell’orologio. Ovviamente questo spunto in Ted è presente ma si perde in una trama che si scorda di essere paradossale e delirante come ci si aspetterebbe e si butta sulla trama usata della commedia americana, rovinandosi. Insomma Ted si va a smarrire nel labirinto del semiserio e, eccettuata qualche gag al vetriolo che è davvero esplosiva, finisce per perdersi nella banalità.


Peccato, un film come Ted poteva mirare davvero davvero in alto. È zeppo di sequenze da antologia come le citazioni ad Airplane!, Flash Gordon e alla cultura generale in genere. Poteva muoversi sulle tracce interessanti degli spunti da commentario sociale mascherato da farsa, ha scelto di volare più basso. Il cast, devo dirlo, non è troppo indovinato. Mark Wahlberg è antipatico come sempre, Mila Kunis è troppo bella per essere vera (mi rammento che diavolessa era ne Il Cigno Nero) e solo Seth McFarlane insieme agli esplosivi comprimari riesce a dare turgore alla vicenda. Segnalo inoltre un esilarante cameo di Ryan Reynolds in un inedito ruolo di amante gay del collega di John.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Dissacranti, kitsch, ipercolti, pazzissimi. Così sono i film familiari a Ted. Iniziamo con i grandi classici Shrek (2001) e Shrek 2 (2004) di Andrew Adamson, continuiamo con il folle Zoolander (2001) e il più ordinato ma non meno esplosivo Tropic Thunder (2008) di Ben Stiller. Citiamo poi le grandi parodie “classiche”: Una pallottola spuntata e il suo sequel, Una pallottola spuntata 2½, (1988 e 1991) di David Zucker; l’immortale, primo Airplane! (1980) di Jim Abrahams e David e Jerry Zucker; i portentosi Hot Shots! e Hot Shots! 2 (1991 e 1993) di Jim Abrahams e, ovviamente, l’altissimo, onnipotente Frankenstein Junior (1974) di Mel Brooks.


Scena cult – Oltre al meraviglioso cameo di Ryan Reynolds, cito il trip mentale di John alla vista di Sam J. Jones, adorato interprete di Flash Gordon, suo film preferito.

Canzone cult – Non pervenuta.

2 commenti:

  1. Concordo.
    Anche per me è stato, tutto sommato, una mezza delusione.
    Mi aspettavo una specie di Clerks, e invece niente.

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    Risposte
    1. Sono d'accordo in pieno.
      Peccato, che occasione sprecata.

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