lunedì 22 ottobre 2012

JUAN DE LOS MUERTOS (2011), Alejandro Brugués


Cuba, Spagna, 2011
Regia: Alejandro Brugués
Cast: Alexis Díaz de Villegas, Jorge Molina, Andros Perugorría, Andrea Duro, Jazz Vilá, Eliecer Ramírez
Sceneggiatura: Alejandro Brugués


Trama (im)modesta – Juan è uno scioperato perdigiorno che vive a Cuba. La vita di Juan è caratterizzata dalla grande povertà ma anche dalla gioiosità più scalmanata. Vecchio topo di città, pieno di amici, pieno di amanti, Juan è felice e soddisfatto senonché un bel giorno, a Cuba, esplode un’epidemia di zombie. Ben presto Juan si adatta insieme ai suoi amici nel suo nuovo mondo e organizza insieme all’amico di una vita Lazaro, a suo figlio Vladi, al travestito La China e a un gigante nero che sviene alla vista del sangue, senza nome. Dopo varie avventure e vicissitudini, Juan ritroverà la figlia e la speranza di scappare da Cuba verso una vita migliore.


La mia (im)modesta opinione – Signori e signore, vi presento l’horror indipendente dell’anno. Strano a dirsi per il primo film indie prodotto da Cuba, che, fra le altre cose, è, fra le produzioni cubane, la più costosa di sempre. Juan de los Muertos è un film semplicemente geniale, divertentissimo e, meraviglia delle meraviglie, drammaturgicamente perfetto. La trama contiene al suo interno abbastanza, proporzionato spazio per la commedia horror cazzara, il profondo impegno sociale mascherato da satira, il fine riferimento cinematografico e, addirittura, la costruzione di brillanti personaggi chiusi dentro una storia di granito. Esagero con l’entusiasmo? Forse, ma è incredibile vedere film come questi; che non perdono in tensione comica nulla per l’intera durata del film; una comicità imprevedibile, insieme grossa e velenosa, profondamente intelligente, fantasticamente irta di arguzie e battutacce  e soprattutto incredibilmente acida nei confronti del mondo contemporaneo e dell’establishment cubano dell’epoca.


Nonostante lo humor nero (mai la violenza è stata così divertente, e divertita), la vera accostolata del film è la satira politica – una satira certo di bandiera, basti pensare che l’infezione di zombie inizia in una protesta di filo-americani, che però riesce anche a concedersi sottigliezze sotto le sottigliezze, righe fra le righe e si vedono balzi d’arguzia affilata affiorare nell’ombra. Come tutte le grandi pellicole, anche Juan de los Muertos getta una grande ombra. E dunque vediamo una protesta sorda e ripetuta contro i media manipolatori, contro l’ottusità della pubblica opinione, contro le falle economiche del fisco, contro le giovani generazioni costrette a scappare dall’inferno, contro i pochi che restano e, eroicamente, si sacrificano. Juan assume dunque, sul finale del film, un’aria di eroe popolare, un bastian contrario del vivere civile, un vero cubano delle strade che è tutt’uno con la terra che gli appartiene a ne divide pregi e difetti, virtù e povertà.


Ma è anche il resto del cast a illuminare il resto della pellicola – una pellicola che sembra scritta a quattro mani da Matt Groening e Quentin Tarantino: c’è l’esilarante Sancho Panza della situazione, il vecchio satiro Lazaro; c’è suo figlio, fighetto del quartiere e latin lover della situazione; c’è La China, esilarante travestito tutto bistrato e truccato, che bazzica il quartiere in compagnia di El Primo, taciturno molosso di colore che sviene alla sola vista del sangue. Juan de Los Muertos è illuminante anche per questo: per la sua ironia affilata sulle regole stesse dello zombie movie. Ogni topos del genere viene fatto a pezzi con divertita crudeltà, in certi punti si accenna anche alla comparsa, nel cinema zombie, di morti viventi che corrono da velocisti invece che arrancare, come ai loro inizi. Lo ripeto, la sceneggiatura del film è un fuoco di genialità, la regia stessa (ma regista e sceneggiatore, qui, coincidono) è un delirio visivo di campi lunghi, inquadrature-citazione, fotografia da paura. Unico difetto: gli effetti speciali, alquanto manchevoli.


Veniamo poi alla protagonista muta della pellicola: la tetra maestà di La Habana, città dormiente, torpida ma anche caldissima, ferace, selvaggia; si tocca veramente la poesia in certe scene di devastazione collettiva ai più sacri monumenti del regime di Castro. Tutte le apici della malinconia e insieme del riso amaro si toccano quando, dietro ai due protagonisti, si spengono per sempre le grandi scritte al neon che recitano: «Habana Libre». Cuba è la vera protagonista dell’opera di cui si racconta, il grembo materno dove i personaggi sono solo larve che si muovono nel corpo che li sta gestando. La città è alla sua bellezza più fulgida in tutte le occasioni: sotto il sole dorato del mezzogiorno, ai primi grigiori dell’alba, nella torrida notte tropicale. Ogni ambiente è fotografato: dai grandi palazzi del potere centrale ai poveri sobborghi, quasi più belli dei monumenti. Juan de los Muertos è un film che semplicemente non ci si può perdere, stupendo al suo massimo, un inno d’amore alla Cuba che non c’è più.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Primo riferimento: il grande Shaun of the Dead (2004) di Edgar Wright; il classico assoluto 28 Giorni Dopo (2002) di Danny Boyle; la serie tv The Walking Dead (2010) creata da Frank Darabont; L'alba dei morti viventi (2004) di Zack Snyder e Cimitero Vivente (1989) di Mary Lambert. Horror sempre geniale, ma da questo diverso, è TheCabin in the Woods (2011) di Drew Goddard. Altro intrigante horror è Vacancy (2007) di Nimród Antal, solo un innocuo grand guignol all’apparenza, che nasconde inquietanti interrogativi sulla vittima, sul carnefice e su di chi sia il posto davanti alla telecamera e di chi dietro.


Scena cult – Troppe per potersene ricordare. Cito l’unica che non fa ridere: la gloriosa ultima scena.

Canzone cult – Non pervenuta.

6 commenti:

  1. ultimamente mi sto prendendo sempre meglio per the walking dead, quindi la mia abituale rivalità cannibale nei confronti degli zombie sta diminuendo :)

    questo poi sembra parecchio divertente...

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    1. Questo è parecchio divertente. Guardalo senza paura, rimarrai a bocca aperta.

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  2. non amissimo gli zombie, anzi ogni volta che sono per strada in macchina da solo penso che il tipo mai visto che cammini solo alle 3 di notte sia uno di loro xD sto male!

    ps hai una mail?!

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    1. Gli zombie li amo proprio perchè mi terrorizzano.

      Ho una mail, te la scrivo qui o c'è un modo per inviartela?

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    2. Come preferisci, o qui o usi la mail che ho sul blog :)

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  3. ragazzi venite su nonsoloci.blogspot.it

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