Regno
Unito, 1998
Regia: Guy
Ritchie
Cast: Nick
Moran, Jason Flemyng, Dexter Fletcher, Jason Statham, Vas Blackwood, Sting,
Vinnie Jones, P.H. Moriarty
Sceneggiatura: Guy Ritchie
Trama (im)modesta – Quattro piccolo criminali di borgata
mettono insieme centomila sterline per partecipare a una partita di poker
segreta fra alte personalità della finanza e della malavita londinese. Vittima
di un baro, Eddy, il genio delle carte del gruppo, non solo perde ma si
indebita con un pericoloso gangster. Per saldare il debito e trovare i soldi, i
ragazzi decideranno di rapinare i vicini di casa, facoltosi spacciatori, ma
rimarranno impegolati in una trama fittissima di strambi personaggi, boss psicopatici,
ladruncoli di strada e buffi rapinatori.
La mia (im)modesta opinione – Film d’esordio per il
talentuoso ma scostante Guy Ritchie, il bad boy del cinema inglese. Lock, Stock
and Two Smoking Barrels è una pellicola giovanile, esagitata, gonfia di
anfetamine e alcool. I legami principali li si vede con il primo Tarantino
(quello de Le Iene e, in minor misura, Pulp Fiction) anche se la distanza è
notevole: in Tarantino il tono è assai meno scanzonato e l’ironia, seppur
predominante, è asservita alla solida trama noir; in questa pellicola, invece,
è l’ironia a regnare, e il sopra le righe a ogni costo con picchi di stramberia
che sono davvero notevoli. Ma ovviamente non incorriamo nella taccia di “weird
for the sake of weird” perché, nel nostro caso, tutto lo squisitamente inglese
gusto per l’eccentrico e il complicato si fonde con la sprezzatura d’una classe
impeccabile, sebbene immersa nel più infimo fra i bassifondi.
Esagererò. Per complicazione, ipermovimento e ironia sagace,
ma non per questo meno feroce, la storia di Lock, Stock and Two Smoking Barrels
ricorda una commedia shakespeariana che abbia sbattuto la testa contro
Trainspotting. Una specie di Much Ado About Nothing virato in salsa noir di
fine ventesimo secolo. E la regia di Ritchie è quanto mai efficace nel
partorire da sola un intero film; dico da sola, sì, perché è evidente che sono
le scelte di Ritchie dal casting, alla musica fino ai costumi che fanno il film
come sono essendo gli attori certo talentuosi ma ben poco espressivi. Si salva
solo il raggelante P.H. Moriarty, Sting, il protagonista Nick Moran (più bello
che bravo) e il meraviglioso Vas Blackwood, gangster isterico e teledipendente.
Lo ammetto: ho gridato al miracolo. In una sola occasione: quando ho visto
Jason Statham non tirare pugni per un film intero.
L’unica possibile pecca che si può trovare nella pellicola
è, oltre alla recitazione un po’ smorta, comunque riattivata dalla
scalmanatezza di Ritchie, nella durata: c’è un momento in cui del film si
smette di vedere la fine. Per il resto Lock, Stock and Two Smoking Barrels è
una vera chicca inglese d’altri tempi, figlia di un regista che perse quasi
subito il suo slancio iniziale, con le ali tarpate dal peso di una celebrità
non chiesta e, di certo, non necessaria. La stessa colonna sonora del film è
poi un capolavoro a sé (un po’ come nel caso di Requiem for a Dream, Pulp
Fiction o Il Signore degli Anelli) e commenta scene da pura antologia indie
come il folgorante incipit che vede Jason Statham smerciare oggetti rubati parlando
in rima baciata. Un film imperdibile, un Danny Boyle minore, si potrebbe dire,
con tutto un nuovo senso dell’anarchia e dell’umorismo.
Se ti è piaciuto guarda anche... – Gemelli criminali di
Lock, Stock and Two Smoking Barrels sono ovviamente il mitico Pulp Fiction
(1994) di Quentin Tarantino, il Lucky Number Slevin (2006) di Paul McGuigan,
mio cult personale; poi abbiamo Snatch (2000) sempre di Guy Ritchie, The Town
(2010) di Ben Affleck, lo stupendo Ocean’s Eleven (2001) di Steven Soderbergh,
The Bank Job (2008) di Roger Donaldson e il brillante noir The Lookout (2007)
di Scott Frank. Per la serie “rapinatori strampalati”, poi, c’è il grandissimo
The Ladykillers (2004) di Joel e Ethan Coen.
Scena cult – La sbronza dei ragazzi di metà film (ci sono
molte sbronze in questo film), il gangster Rory che guarda la partita al bar e
le scene con il vigile urbano rapito dentro il furgone.
Canzone cult – Due su tutte: la maratona funky di James
Brown The Payback e lo scatenato syrtaki greco Zorba.
Ottimo post, Rumple.
RispondiEliminaGran film giovanile del - d'accordissimo - incostantissimo Ritchie.
Peccato che si sia un pò perso.
Un po' lo rimpiango anche io. Anche dopo i due Sherlock Holmes mi è parso ancora convalescente.
RispondiEliminaCiao Offro prestiti (y)
RispondiEliminaE-mail: sylviane.harry@hotmail.com
Offro prestiti a organizzazioni commerciali e privati, che vanno da 5.000€ a un massimo di 10.000.000€. Offro prestiti personali, prestiti di consolidamento del debito, capitale di rischio, prestiti commerciali, prestiti agli studenti, mutui casa o “prestiti per qualsiasi motivo. Grazie contatto con me. Sono qui per portare gioia e la pace del cuore a tutti coloro che in difficoltà finanziarie e per il rispetto di tutti non esitate a contattarci per ulteriori informazioni. e-mail: sylviane.harry@hotmail.com (y)
Grazie per la condivisione che possono essere di interesse ai tuoi amici!