USA, 2005
Regia:
Francis Lawrence
Cast: Keanu
Reeves, Rachel Weisz, Shia LaBeouf, Tilda Swinton, Djimon Hounsou, Peter
Stormare
Sceneggiatura: Kevin Brodbin, Frank Cappello
Trama (im)modesta – John Constantine è un uomo che, per
colpa delle doti di sensitive che gli permettono di vedere angeli e demoni
nascosti sulla terra, si è suicidato da ragazzo. Dopo essere rimasto
clinicamente morto per due minuti, è stato però rianimato; ma in quei due
minuti John è finito all’inferno in quanto suicida. Dopo aver visto l’inferno e
il diavolo, sapendo di essere condannato alla dannazione, Constantine dedica
alla sua vita la deportazione dei demoni che vivono sulla terra, nella speranza
di riguadagnarsi il paradiso. Ma quando una sensitiva si suicida, gettandosi
dal grattacielo, John capisce che qualcosa di più oscuro si nasconde dietro una
morte accidentale. Aiutato dalla gemella della suicida, poliziotta, l’esorcista
scoprirà le fila di un complotto che mira a portare nel mondo l’Anticristo...
La mia (im)modesta opinione – Checché se ne dica, difenderò
sempre a spada tratta Constantine dai suoi detrattori. E non solo perché il
film è uno dei cult fondamentali della mia infanzia di cinefilo, ma anche
perché proprio dove la pellicola di Lawrence viene accusata, si nascondono i
suoi veri punti di forza. Constantine, si dice, è un film iper-sperimentalista,
il frutto un po’ sciancato di un’ibridazione sconsiderata fra noir, horror,
film d’azione e thriller soprannaturale. Si accusa il film di megalomania,
sciocchezza, arroganza. Eppure il film, a mio avviso, mantiene una trama forte.
Non cerca di spaventare, questo è evidente; e se quello di Lawrence viene
definito polpettone non oso immaginare come possano essere definiti altri film
più quotati agli occhi della critica ma nemmeno lontanamente entusiasmanti e
svelti come questo.
Il pregio maggiore del film è lo script. Una storia che
rispetta i canoni del noir classico, aggiungendo un fattore inedito – il
soprannaturale ora demoniaco, ora angelico – regolato anch’esso da regole
ferree e coerenti. Sono geniali i demoni formati da insetti, le pupille
luminose dei Sangue Misto, le mille trovate di una sceneggiatura rapida ma
salda che, sì vanno decisamente contro il fumetto originale (nel fumetto
infatti Constantine è biondo, inglese e il suo ruolo è diverso da quello di
cacciatore di demoni), ma ne rielaborano la storia in maniera originale e
soprattutto elegante senza mai scadere nel cattivo gusto ma proponendo soluzioni
convincenti e a volte argute. Le idee dell’inferno come “mondo dietro il
mondo”, dell’underground urbano di demoni e angeli mascherati, della scommessa
fra Dio e Satana sono trucchi brillanti e raramente visti e gestiti a dovere.
Francis Lawrence riempie poi la pellicola di un’estetica
videoclippara non da poco e sebbene siano presenti un paio di errori di pura
natura tecnica (si vede in un’occasione un tecnico riflesso nell’acqua, i
cadaveri cambiano posizione, vestiti strappati che tornano normali e via
dicendo) la grafica del film è da considerarsi iconica: lo stazzonato completo
bianco e nero di Keanu Reeves, l’Inferno post-bellico, gli incantesimi sbrigati
senza robaccia paranormale, gli esorcismi e un sacco di scene e situazioni che
fanno di Constantine un cult personale assoluto. Per non parlare poi del cameo
del controversissimo personaggio di Domino Harvey (che vedete in foto qui sotto), morta poco dopo le riprese, che
interpreta un angelo lesbico nel club di Papa Midnite.
Il film è poi un concentrato di scene cult. Dal prete con
poteri paranormali, alla discoteca per angeli e demoni gestita dallo stregone
Midnite, dallo stupendo arcangelo Gabriele, interpretato dall’androgina Tilda
Swinton, al geniale e sulfureo Lucifero di Peter Stormare (un villain da
ricordare decisamente), il film fa di ogni scena una lotta per la sorpresa, per
l’acume, per l’irriverenza. Ancora degna di lode è la sceneggiatura del film,
capace di istituire una propria mitologia personale degna dei migliori instant
cult con gli angeli e i demoni dalle pupille luminose alle insospettabili morti demoniache. Che poi Lawrence osi sia perso nei suoi film successivi, ovvero
l’alquanto sciapo Io sono leggenda e il pessimo seppur stiloso Come acqua per
gli elefanti e cosa nota a tutti, ma va detto a suo merito che il suo esordio è
stato folgorante e non merita tutte le critiche che ha ricevuto.
Unici problemi del film sono certamente la recitazione un po' legnosa di
Keanu Reeves, decisamente imbalsamato come sempre, e un paio di uscite che il
regista lascia ingiustificate anche se sarebbero state degne di un miglior
chiarimento. Ma i gadget alla “James Bond vs. L’esorcista”, i ruoli dei
personaggi affatto ben chiariti e alcune fra quelle domande di tipo strutturale
che sovvengono durante la visione di un po’ tutti i film d’azione, non fanno
perdere al film nemmeno un briciolo del suo gusto. Un gusto, va detto, forse
pacchiano ed eccessivo ma che risulta il migliore in mezzo agli insipidi piatti
che la Hollywood di oggi ci scodella ancora freddini nel piatto.
Se ti è piaciuto guarda anche... – Versione comica di
Constantine è l’altrettanto discusso film Dogma (1999) di Kevin Smith, mentre
per horror demoniaci più maturi c’è il recente e, a suo modo, delicato The
Exorcism of Emily Rose (2005) di Scott Derrickson. Pregevole lavoro di estetica
filmica mescolato al tema dell’occulto è il recentissimo The Lords of Salem
(2012) di Rob Zombie, ma se si vuole tornare più indietro nel tempo abbiamo un
altro stracult, sempre con Keanu Reeves, ovvero L’avvocato del diavolo (1997)
di Taylor Hackford e un film di nicchia degno di reverenza e adorazione ovvero
il grandissimo Angel Heart (1978) di Alan Parker.
Scena cult – Fra le tantissime, direi la morte di padre Hennessy,
il locale di Papa Midnite e l’incontro con lo stupendo Lucifero di Peter
Stormare, mio attore di culto fin dai tempi più remoti.
Canzone cult – Ma ovviamente la Passive dei Perfect Circle.
adoravo questo film! l'ho visto 4 o 5 volte ( che per me è moltissimo) e concordo con la tua recensione.. non credo ci fosse l'intento di spaventare, quando ti mettere un po' di adrenalina... Reeves è la noia fatta attore!
RispondiEliminaReeves è un highlander, ovvero è immortale.
EliminaUn po' come Orlando Bloom o Gerard Way.
io sono tra i detrattori.
RispondiEliminal'avevo visto al cinema e non mi era piaciuto proprio..
Non importa. In fondo tutti noi cinefili siamo difensori a priori dei nostri film d'infanzia. E' il motivo per cui alla gente piace Hook di Spielberg!
Eliminainfatti io adoro hook! :)
Elimina...e io non lo sopporto. Sono un po' allergico a Spielberg, ho notato.
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