domenica 9 giugno 2013

DA VINCI’S DEMONS, Stagione 1 (2013), David S. Goyer


USA, Regno Unito, 2013
Regia: David S. Goyer, Jamie Payne, Paul Wilmshurst, Michael J. Bassett
Cast: Tom Riley, Laura Haddock, Blake Ritson, Elliot Cowan, Laura Pulver, Gregg Chillin, Eros Vlahos, James Faulkener, Tom Bateman, Alexander Sidding
Sceneggiatura: David S. Goyer, Scott M. Gimple, Jami O'Brien, Joe Ahearne, Brian Nelson, Marco Ramirez,  Corey Reed, Sarah Goldfinger


Trama (im)modesta Anno Domini 1477. Mentre Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, viene ucciso in un agguato concertato dal papa Sisto IV, il giovane Leonardo Da Vinci, a Firenze, comincia a mettere in pratica le intuizioni del suo genio. Lavorando per conto di Lorenzo de’Medici, fra congiure e complotti d’ogni genere, lo scienziato indaga sulle sue origini, sulla scomparsa di sua madre e su una misteriosa sette, i Figli di Mitra, di cui solo pochi eletti, dalla mente eccezionale, possono entrare a far parte. Muovendosi fra gli eterni quesiti del sapere e della realtà, esplorando gl’infiniti dello spazio e del tempo, Leonardo scoprirà di avere un destino già segnato, misterioso, legato alle oscure mire della Chiesa e al misterioso Libro delle Lamine, che contiene la risposta ai più grandi enigmi della realtà.


La mia (im)modesta opinione – La serietà è la virtù di chi non ne ha altre. Circondati come siamo da serie tv di sempre crescente qualità e impegno, tendiamo tutti a scordarci di quanto il più disimpegnato melodramma possa essere divertente ed entusiasmante. Così è Da Vinci’s Demons: un fantasy storico, un pulp rinascimentale dove trame inconcludenti e sceneggiature ai limiti del bizzarro assurgono a vette di divertimento e assurdità tali da parere la sublimazione assoluta del miglior trash televisivo. I puristi storceranno il naso, ma la sentenza è presto detta: la serie di Goyer è un cult assoluto, un sugosissimo polpettone di cyberpunk quattrocentesco dove ci si può aspettare sempre di tutto, benché nei limiti della più scatenata fantasia fumettara.


Partiamo dal protagonista: un Leonardo Da Vinci giustamente detto “idolesco”, incarnato alla perfezione del pensoso istrione di Tom Riley, un trionfo d'attorialità che speriamo di veder decollare al più presto. Spettacolare in tutto ciò che fa: dalla sua prima, emozionante apparizione, in cui fa librare in volo il suo comico assistente Nico sulle ali di un protodeltaplano, fino ai suoi piani più apocalittici e insensati: bombe al fosforo ricavate dal guano dei pipistrelli, palombari, devastanti cannoni a ripetizione. Tutto, in questa serie, è all’insegna dell’intrattenimento più polposo e sapido: al bando la serietà, di trame o contenuti; al bando coesione e coerenza, troppo poco divertenti per essere infilate qua dentro. Puro melodramma da manuale, che sarebbe piaciuto molto ad Alexandre Dumas o al nostro Emilio Salgari.


I momenti di assurda epicità sono innumerevoli: dalle rocambolesche evasioni dal Bargello di Firenze, agli hobby più abietti del papa; dal fantastico look del supercattivo Gerolamo Riario, dotato di occhialetti da sole e fedora ante litteram, alle apparizioni delle superstar del quattrocento europeo: Ferdinado d’Aragona e Isabella di Castiglia, Tomàs de Torquemada, Dracula, l’invidioso Botticelli, lo stupendo Federico da Montefeltro e moltissimi altri. Grazie a una monumentale colonna sonora, a scenografie in CGI quasi migliori dello strapagatissimo Game of Thrones, la congiura dei Pazzi non è mai stata così divertente. E c’è davvero qualcuno, là fuori, capace di perdersi lo spettacolo di un papa che usa l’anello pontificio come tirapugni? O quello del Conte Riario che sfonda le porte a colpi di bombarda? O dello stesso Da Vinci che scopre, prima di tutti quanti, le Americhe? Non siamo seriosi: cediamo alla tentazione di questa serie, non ce ne pentiremo.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Melodramma storico condito di sesso e violenza è l’altro capolavoro di Starz, Spartacus (2010) creato da Steven S. DeKnight. Abbiamo poi il capolavoro del fantasy moderno, Game of Thrones (2011) di David Benioff e D.B. Weiss e, per il lato più figo della fantascienza trash, le ultime stagioni del longevissimo Doctor Who (2005) di Sidney Newman, C.E. Webber e Donald Wilson. Non dimentichiamoci poi i capolavori trash della nostra infanzia: parlo del meraviglioso Xena (1995-2001) di John Schulian e Robert Tapert e, ovviamente, del precedente Hercules (1995-1999) di Christian Williams.


Scena cult – Infinite: l’evasione di Leonardo da Vinci dal Bargello, la sua spettacolosa entrata in Vaticano, il volo della colombina e, ovviamente, lo stupendo cliffhanger del finale di stagione.

Canzone cult – Ovviamente lo stupendo tema musicale di Bear McCreary.

2 commenti:

  1. Senza contare che il protagonista è discreto, ecco.

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    Risposte
    1. Ahahah, di sicuro è molto più simpatico di tutti i muscoloidi biondi e californiani che la tv ci propina ogni giorno.

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