giovedì 7 novembre 2013

COME TI SPACCIO LA FAMIGLIA (2013), Rawson Marshall Thurber


USA, 2013
Regia: Rawson Marshall Thurber
Cast: Jason Sudeikis, Jennifer Aniston, Emma Roberts, Will Poulter, Nick Offerman
Sceneggiatura: Bob Fisher, Steve Faber, Sean Anders, John Morris


Trama (im)modesta – David è un piccolo spacciatore di marijuana con una vita semplice ma vuota. Un giorno viene derubato da una banda di teppisti che gli porta via soldi e droga. Per farsi perdonare dal suo eccentrico grossista, David dovrà trasportare un carico di droga attraverso la frontiera messicana. Il compito è difficile, il rischio è grosso. Per portare a termine la missione sano e salvo, David deciderà di farsi passare per padre di famiglia. Recluterà una stripper, una scappata di casa e un diciottenne sprovveduto per far finta di essere l’allegra famiglia Miller e non destare sospetti alla dogana. Tutto, eccettuata qualche disavventura, pare andare per il meglio, ma il gruppo fa arrabbiare un signore della droga locale, che giura vendetta...


La mia (im)modesta opinioneWe’re the Millers (orribile il titolo della traduzione italiana) ha avuto grande successo così al cinema come nella blogosfera. I pregi al film non mancano di certo, ma altrettanto certamente si può dire che il film di Thurber (già direttore del tollerabile Dodgeball) non sia del tutto esente da difetti, sebbene quella che abbiamo fra le mani sia una delle commedie commerciali più riuscite dell'anno. La pellicola intera si regge sullo strepitoso cast e sui guizzi di una sceneggiatura che risente della presenza di troppi autori e può essere accusata di inoffensiva ma un po’ fastidiosa incoerenza stilistica.


Il film non è stabile. Passa da cultura pop e caustica irriverenza alla demenzialità più balorda con facilità francamente disarmante. Non parliamo poi della vena assai larvata di moralismo su cui la vicenda culmina: sono i fuochi del Quattro Luglio a permettere al protagonista di salvare la situazione, a liberarsi del solito cattivone messicano (chissà perché il cattivone americano è un ilare gigione e quello messicano un masnadiere vendicativo e basta) e a conquistare la donna dei suoi sogni. Anche il lieto fine, con paternalistica inclusione del nucleo familiare autonomo nella società costituita (nonostante un buon salvataggio in calcio d’angolo) puzza di moralismo facilotto. Peccato, il film si era condotto proprio bene: acidissimo e dissacrante quasi senza la minima interruzione.


Le scivolate di gusto, poi, denunciano una regia facilmente sensazionalistica e dal palato grosso. Non parlo del premiatissimo striptease di Jennifer Aniston (potrebbe far bollire l’acqua della pasta, con quella lingerie addosso), quanto piuttosto dell’ingenuo deus ex machina durante la scena del controllo alla dogana e al francamente poco necessario nudo frontale dell'attore rivelazione Will Poulter con close-up sulle sue parti basse. Una mossa decisamente becera. Poco piacevole anche la gratuità di qualche scena qui e là e la già detta ingenuità dei punti nodali della trama.


Ma non ci sono solo difetti, in questo film. E, tutto sommato, We’re the Millers si dimostra una commedia commerciale ma ben al di sopra della media. Con un certo gusto del trash à-la-Seth McFarlane e che regala momenti di genuine risate, specialmente quando la famiglia Miller al gran completo deve impegnarsi a mantenere in piedi la copertura. Il cast, come ho già detto, è il più grande valore della pellicola (meraviglioso Nick Offerman) sebbene piegato alle voglie un po’ pecorecce di una regia che avrebbe tratto profitto da una maggiore finesse di messinscena. Ma pazienza. Per un po’ di sane risate, qualche difetto (grosso, ma a cui siamo abituati) può anche essere perdonato.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Perla della comicità trash è Babbo bastardo (2003) di Terry Zwigoff insieme anche a Suxbad: Tre menti sopra il pelo (2007) di Greg Mottola. Altri esemplari “eccellenti” il campionario ne offre: American Pie (1999) di Paul Weitz, il parodico Non è un'altra stupida commedia americana (2001) di Joel Gallen, Rat Race (2001) di Jerry Zucker e Vacanze di sangue (2004) di Jay Chandrasekhar. Per il genere dei family trips consigliamo poi i grandi classici Little Miss Sunshine (2006) di Jonathan Dayton e Valerie Faris e National Lampoon's Vacation (1983) di Harold Ramis.


Scena cult – La “lezione di baci” al verginello Kenny, lo striptease di Jennifer Aniston.

Canzone cult – Tre su tutte: Waterfall delle TLC, Sweet Emotion degli Aerosmith e la grintosa Put the Gun Down di ZZ Ward.

2 commenti:

  1. Concordo! I difetti ci sono, ma le grasse risate che regala fanno il loro compito e ci pensano loro a far passare lo spettatore oltre. Carino :)

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    1. Be', lo spettatore medio che è in me ha sgranato gli occhi da quando hanno cantato insieme Waterfall!

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