lunedì 8 aprile 2013

INCEPTION (2010), Christopher Nolan


Regno Unito, USA, 2010
Regia: Christopher Nolan
Cast: Leonardo DiCaprio, Ellen Page, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Ken Watanabe, Cillian Murphy, Tom Hardy, Michael Caine
Sceneggiatura: Christopher Nolan


Trama (im)modesta – Dom Cobb è il migliore nel proprio campo: il furto di pensieri. Grazie a una modernissima tecnologia, infatti, lui e il suo team di ladri possono infiltrarsi nei sogni di un soggetto e rubargli preziosissime informazioni. Questo tipo di estremo spionaggio non è certo esente da pericoli: il rischio di sprofondare nella follia è grande e lo stesso Cobb ha visto la sua amatissima moglie morire per questo. Fra l’altro, accusato dell’omicidio, il ladro di sogni è braccato dalla polizia internazionale e non può tornare in patria, gli Stati Uniti, e rivedere i propri figli. Ma un giorno un potentissimo industriale giapponese, Saito, gli offre un’opportunità: Cobb potrà tornare in patria e avrà la fedina pulita se riuscirà a entrare nella mente di un ricco ereditiere e innestargli l’idea di frammentare l’impero del padre. La missione si rivelerà pericolosissima e piena di insidie, minacciata com’è dal fantasma della moglie di Cobb: Mal.


La mia (im)modesta opinione – Più che una recensione, questa è una celebrazione. Inception è un film che io stesso ho visto più volte di quante ne possa effettivamente contare, e lo considero come la quintessenza non solo del cinema di Nolan (regista che seguo con passione fin da Memento) ma anche il vero, grande classico epocale degli anni zero che verrà ricordato in tutte le generazioni a venire. Si direbbe un thriller di fantascienza o, piuttosto, di pseudoscienza, ma non lo è del tutto: Inception è una mescolanza tanto pazzesca di azione, dramma, psicologia in-sé-e-per-sé e disquisizione metafisica che classificarlo sarebbe difficile, se non impossibile. E, per di più, è un film che è il massimo su ogni livello: sceneggiatura, regia, recitazione, musiche, ambientazioni, effetti speciali. Non c’è nemmeno un punto debole in tutta il complicato labirinto in cui Nolan ci fa perdere e in cui egli stesso si perde con piacere.


Partiamo dal principale merito del film: lo script. Nolan ci aveva già dimostrato le sue capacità di acrobata narrativo con quell’altro sommo capolavoro che fu The Prestige. Qui, il regista inglese porta ancora più avanti il lavoro: se in The Prestige si sovrapponevano e incontravano tre diversi piani temporali e, sul finale, se ne tiravano magistralmente le fila, in Inception i piani diventano addirittura cinque in una pazzesca architettura drammaturgica che separa per poi riallineare ogni cosa con l’aggiunto barocchismo del finale ad anello, magistralmente caudato con uno stupendo cliffhanger. Siamo insomma davanti alla trama delle trame, un intrigo mai eguagliato tranne forse con l’eccezione del capolavoro di Guy Ritchie, Revolver, che però peccava di ultracomplicazione laddove Inception riesce a essere sempre terso e cristallino e, in ogni momento, sempre chiaramente comprensibile.


Perché non solo la trama di fondo, già complicata, regge con somma grazia: c’è in mezzo anche l’approfondimento del dramma umano di Cobb e la manipolazione infraonirica messa in atto sulla mente dell’ereditiere Fischer. Un grado di studio sull’animo umano eguagliato al cinema solo dal predetto Revolver e da pochi altri film come Le Relazioni Pericolose di Frears o La donna che visse due volte di Hitchcock. Il complesso tranello in cui viene fatto cadere Fischer, la questione dell’inconscio che si esplica tramite immagini e simboli, il problema della “creazione pura” che sta alla base dell’imbastimento di sogni credibili, il labirinto... tutto in questo film ci fa rimettere in discussione qualunque cosa, ci fa entrare nelle profondità dell’animo non tramite visioni oniriche o gesta di singoli individui ma infilandoci, con folle e lucidissima razionalità, dentro una scatola cinese di sogni nel sogno.


Gli attori sono l’altro highlight del film: partendo da un Leonardo Di Caprio che, personalmente, io farei santo per acclamazione popolare (è incredibile come un solo attore si sia trovato a prendere parte non solo in alcuni dei miei film preferiti di sempre, ma anche in film di registi che hanno segnato il cinema moderno) e passando per Joseph Gordon-Levitt, modestamente il mio attore preferito, ed Ellen Page, per finire con Cillian Murphy (lui è il secondo preferito), le turgidissime labbra di Tom Hardy e Nostra Signora di Francia, Marion Cotillard che in Inception è alle vette di sensualità e follia, incarnazione pura della colpa, vittima condannata e boia insieme, sirena o fantasma: non ci è dato sapere nulla tranne che, con una pistola fra le mani o fasciata in un abito da sera, la nostra regina di Parigi fa solo un’immane strage di cuori. Ciliegine sulla torta sono poi i due stilosissimi Michael Caine, in pratica il San Paolo del cinema inglese, e il supercult vivente Ken Watanabe.


Sul versante artistico, poi, non c’è quartiere per nessuno: fotografia che pare scesa dal cielo, con passaggi da metropoli arabe a dorati castelli orientali, passando per gli algori delle Alpi e le sofisticate atmosfere di un albergo di lusso. Montaggio iperchirurgico, musiche trionfanti e delicate che fanno schizzare il nostro cuore dritto in gola. Non c’è dubbio alcuno: con Inception, Nolan ha dimostrato dove possa arrivare il cinema negli anni 2.0, a che vette la nostra strumentazione ci possa fare giungere sempre, beninteso, sulle ali di immaginazione e talento. E Nolan ne ha assolutamente da vendere. Inception, dunque, è il film che ha chiuso il passato decennio e ha aperto il nuovo, dimostrandosi la vera pietra di paragone per tutta la fantascienza cinema a seguire: non c’è spazio per epigoni o imitatori, i cult epocali ora devono essere tutti così.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Ovviamente consigliamo tutta la produzione nolaniana, dalla discontinua trilogia di Batman il cui episodio più notevole è certamente il centrale Il Cavaliere Oscuro (2008) fino ai film di minor fama: Following (1998), Memento (2000) e il sommo The Prestige (2006). Consigliamo ancora il sopradetto Revolver (2005) di Guy Ritchie e poi i capolavori della fantascienza visionaria 2001: Odissea nello Spazio (1968) di Stanley Kubrick, Matrix (1999) di Lana e Andy Wachowski,  Donnie Darko (2001) di Richard Kelly, Paprika - Sognando un sogno (2006) di Satoshi Kon e il sempre fighissimo The Cell (2000) del grande Tarsem Singh.


Scena cult – Fra le moltissime, la più visivamente intrigante è la lotta a gravità zero nell’albergo che ruota.

Canzone cult – L’intera colonna sonora che, se avete pazienza, troverete qui

6 commenti:

  1. Film totale, uno dei futuri Classici del nostro tempo.
    Bellissimo dall'inizio alla fine.

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    1. Spero di poterlo far vedere con orgoglio a figli e nipoti, un giorno!

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  2. un filmissimo di prima categoria, l'unico neo è che forse pecca troppo d'azione nella seconda parte, per il resto una bomba

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    1. L'azione è raffinata, dunque la perdono. Per il resto è un sommo capolavoro.

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  3. Sottoscrivo quasi tutti i punti. Ma penso che purtroppo il livello della fortezza in mezzo alla neve sia una trovata non all'altezza dei livelli precedenti e che questo film non sarà avvertito come un "classico" dalle future generazioni. Per me le vette nolaniane sono "Il cavaliere oscuro" e "Insomnia".

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    1. Io credo che come classico sia già stato avvertito. La vetta nolaniana personale è The Prestige, un film semplicemente immenso.

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