domenica 19 agosto 2012

THE SITTER (2011), David Gordon Green


USA, 2011
Regia: David Gordon Green
Cast: Jonah Hill, Max Records, Landry Bender, Kevin Hernandez, Sam Rockwell, Ari Graynor
Sceneggiatura: Brian Gatewood, Alessandro Tanaka


Trama (im)modesta – Noah è uno studente universitario che vive con sua madre. I suoi genitori sono separati; il padre, ricco gioielliere, ha sposato la donna con cui tradiva la madre di Noah e non passa alla madre nemmeno un centesimo di alimenti. Quando, una sera, la madre di Noah deve andare a una sorta di appuntamento al buio insieme a una coppia di amici, Noah si trova costretto a fare da babysitter ai bambini di questi ultimi: Slater, tredicenne nevrotico, Blithe, ragazzina di otto anni che si comporta come una protagonista di Jersey Shore, e il figlio adottivo Rodrigo, sorta di versione minorenne e bombarola del Tony Wycek di West Side Story. La serata sembra procedere calma ma quando la pseudo-ragazza di Noah gli chiede di portargli della cocaina, mettendolo nei guai con uno strambo spacciatore di droga, inizierà un’odissea notturna dai tratti allucinatori.


La mia (im)modesta opinione – Di certo non un film per palati raffinati, questo The Sitter; anzi, direi più una pellicola che tracima cattivo gusto, difetti e malacreanza da ogni sua parte, senza preoccuparsi di essere minimamente coesa e/o verosimile. Eppure, nonostante l’assoluta mancanza di humor intellettuale o di una storia originale, The Sitter qualche risata è capace di strapparla. Vuoi per le interpretazioni spumeggianti sia di Jonah Hill, sia dei tre ragazzini (fra cui si segnalano il soave cherubo Max Records e lo scatenato demonietto Kevin Hernandez, due che mi auguro facciano tanta, tanta strada) sia dello spettacolare Sam Rockwell che riesce a incarnare così bene la maschera dello sciroccato spacciatore che fa sinceramente sbellicare dalle risate, vuoi per la sublime deliranza di certi siparietti comici che non possono che strappare qualche riso, almeno in virtù della loro bislaccheria e assurdità.


Avevamo detto che il film esonda cattivo gusto. È vero. Tutta colpa della inetta regia di David Gordon Green uno che, a quanto pare, non ne sa imbroccare una giusta. Salvezza della pellicola è lo script con le sue situazioni colorite ai limiti dell’assurdo e i suoi personaggi grotteschi. Il migliore è sicuramente quello di Blithe, copia-carbone in miniatura di un ibrido fra Paris Hilton e Kesha, che a otto anni si trucca da baldracca da tangenziale, ha il chiodo fisso delle serate in discoteca, vuole creare la propria, personalizzata linea di profumi e conosce a memoria i mille, odiosi versetti del trash pop americano. Non finisco di tessere le lodi di Max Records e Kevin Hernandez. I due ragazzini sono attori meravigliosi ma mi sarebbe piaciuto vedere i loro personaggi ancora più deformati e pazzoidi.


Mattatore del film è il (non più, a quanto pare) cicciobombolo Jonah Hill, buffone perfetto, perfettamente ridicolo, che non pare tanto recitare un personaggio quanto ricalcare il canovaccio di una maschera tipica del genere comico contemporaneo: il grasso perseguitato, o roba così. La rozzezza dello humor pare cifra stilistica del genere di comicità di cui Hill si fa interprete e, se così si può dire, questa rozzezza straripa nel resto del film condannandolo alla sezione più sciatta dello già sciatto genere comico americano. Peccato. Un minimo di finezza in più, almeno a livello della regia, avrebbe trasformato un film da ridere ma tutto sommato dimenticabile (tranne un paio di sequenze che fanno davvero spanciare) in un minicult del genere.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Cominciamo con l’über-idiota ma scandalosamente divertente La figlia del mio capo (2003) di David Zucker. Altra perla del comico contemporaneo è lo spassosissimo Mi presenti i tuoi? (2004) di Jay Roach che va insieme allo sprecato Notte folle a Manhattan (2010) di Shawn Levy. Per la serie “divertimento decerebrato” abbiamo l’ennesima, stupida commedia americana Non è un'altra stupida commedia americana (2001) di Joel Gallen e, infine, l’intera saga di Scary Movie con particolare menzione a Scary Movie 3 (2003) di David Zucker.


Scena cult – La palestra/paradiso degli omosessuali dove risiede lo spacciatore Karl e la scena del locale pieno di gangsta di colore.

Canzone cult – Tante canzoni, nessuna degna di menzione.

2 commenti:

  1. Povero Green, guarda che ha firmato il mio supercult Strafumati! ;)

    Comunque, film piacevolissimo proprio perchè sboccato e di grana grossa: perfetta visione estiva!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che anche per delle risate invernali va bene. Basta che ci sia un po' di compagnia!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...