lunedì 10 settembre 2012

THE CABIN IN THE WOODS (2011), Drew Goddard


USA, 2011
Regia: Drew Goddard
Cast: Kristen Connolly, Fran Kranz, Richard Jenkins, Chris Hemsworth, Anna Hutchison, Sigourney Weaver
Sceneggiatura: Joss Whedon, Drew Goddard


Trama (im)modesta – Cinque ragazzi – una strappona e il di lei atletico ragazzo, una verginella, un bravo ragazzo e un fattone – vanno per un weekend nella casa al lago del cugino di uno di loro. La casa è un posto isolato, lontana dal mondo. I ragazzi credono di essere soli ma, in verità, la casa e tutto ciò che la circonda è una sorta di gigantesco set dove tutto è osservato, monitorato e, con accuratezza, pilotato. Una sorta di grande direttivo sta infatti dietro alla scena e manipola gli avvenimenti lasciando una certa libertà ai malcapitati protagonisti: come morire. I cinque infatti scoprono nella cantina della casa una serie di oggetti appartenenti a vari franchises dell’horror. C’è il rompicapo in stile Hellraiser, il carillon maledetto, il diario (ripreso da La Casa) con formule magiche capace di evocare zombie sadici... ed è proprio quest’ultimo a essere letto ad alta voce con conseguente arrivo di una famigliola di non-morti armati di seghe e armi da taglio assortite. Diciamo che il film inizia così, poi si vedrà come andrà a finire...


La mia (im)modesta opinione – Ci voleva un genio a tirare su un film così. Ci voleva un gran maestro della pop culture come Joss Whedon per scrivere tutto questo. E poco importa che dietro la macchina da presa si nasconda il talentuoso mignone del creatore di Buffy, The Cabin in the Woods è un film di Whedon; e, senza Whedon, non avrebbe semplicemente ragion d’essere. Si sa, per rischiare tanto ci vuole un esperto. Joss Whedon è quell’esperto. Il film, diciamocelo, è un’iperbole abbastanza esorbitante, esagerata. Solo la maestria del suo autore nel gestire ironia, nel modulare registri diversi, nell’ammiccare a questo o quel fenomeno potevano farlo riuscire. E questo mi porta a un altro elemento importantissimo per la valutazione di un film come questo: per scrivere questo film era assolutamente necessaria, oltre un’abilità narrativa d’acciaio, una conoscenza profondissima e organica del genere horror, dei suoi meccanismi e dei suoi stereotipi.


The Cabin in the Woods è, a livello di script, un film di altissimo pregio. Una sorta di apoteosi di quello straniamento dell’horror messo in atto da Craven con la saga di Scream. Per enfasi d’ironia, in questo film gli archetipi dell’horror classico sono elevati a modelli quasi mistici e la misteriosa (e divertentissima) associazione che sta dietro il massacro dei ragazzi con il suo zoo di mostri rubati a tutte le possibili branche del cinema dell’orrore e della fantascienza è semplicemente di una genialità sublime. Forse mi sono dimenticato di sottolinearlo e forse dalla mia precedente descrizione il film è apparso troppo cupo, troppo orrifico. Non è così. Nonostante regali belle scene di spavento (ma non troppi brividi, non temete) il film è un divertentissimo. Divertente, sì, della comicità più sublime: ovvero quella che solo un iniziato potrebbe comprendere. Certo, lo humor nero è abbastanza debordante da strappare certe risate ma come potrebbe chi non è ferrato nella storia dell’horror godersi le citazioni a Romero, Hellraiser, Sam Raimi, il meraviglioso cameo di Sigourney Weaver, la fugace apparizione delle gemelline di Shining e (ma questa è una supposizione mia) al grande H.P. Lovecraft?


Non solo, l’ironia sfiora anche la dichiarata comicità macabra in più di un’occasione. La scena dell’ascensore, le vagonate di sangue e budella che volano come se piovesse, i monologhi drammatici interrotti per apologie dell’alcol e, somma risata, le scommesse sui mostri che verranno evocati. C’è di più (in questo film c’è sempre di più, per fortuna) tutti i comportamenti idioti tipici dei protagonisti degli horror si giustificano in questo film grazie all’occulta regia della misteriosa associazione. Associazione non di seriosi men in black, ma di scienziati fanfaroni che spiano le coppiette fare sesso e finire macellate, puntano sulle morti dei protagonisti, danno festini a base di superalcolici e sono in combutta con associazioni simili in tutto il mondo che ricalcano gli stereotipi dell’horror dei loro paesi. Uno per tutti: il fantasma giapponese che appare nei monitor, destinato a un lieto fine interrotto però da una valanga di improperi vomitati da uno degli scienziati.


The Cabin in the Woods è un film ad altissimo tasso di genialità. Un film dove il genio di Whedon vola alto in tutto il suo virtuosismo. Grandiosissimi sono anche gli attori (la prima volta che Chris Hemsworth non mi sta troppo sulle balle) e la colonna sonora. Guardatelo, sì, guardatelo perché questo non è solo un film, è un istant cult che, un giorno, finirà per essere studiato dalle scuole di cinema e proiettato nelle salette per intenditori. Unico peccato: che non l’abbia diretto un grande autore che potesse dare la propria impronta alla pellicola. Il resto è solo puro, purissimo genio. E chiudo così, senza poter definire bene questo film se non con la dicitura di “horror metafisico” con le parole del grande Dottor Cox di Scrubs, che inquadrano alla perfezione lo spirito beffardo del film: «Bastards. Bastard coated bastards with bastard filling».


Se ti è piaciuto guarda anche... – Ovviamente i film da me citati ovvero il primo, storico Hellraiser (1987) di Clive Barker, l’icona La Casa (1981) di Sam Raimi e Shining (1980) di Stanley Kubrick. Poi, ovviamente, le due saghe Scream (1996, 1997, 2000 e 2011) di Wes Craven e di Scary Movie, di cui consiglio assai caldamente Scary Movie 3 (2003) di David Zucker. Per horror più ironici c’è anche l’inglesissimo Tormented (2009) di Jon Wright e la serie tv  di culto American Horror Story, che presto sbarcherà in America con al seconda, strafighissima stagione.


Scena cult – Ovviamente il make-out con la testa di lupo impagliato. Da antologia.

Canzone cult – Colonna sonora stracult, che potrete ascoltare integralmente qui. Su tutti, i miracolosi Nine Inch Nails con Last.

6 commenti:

  1. Senza dubbio uno dei film dell'anno.
    Una bomba di genialità ed ironia.

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  2. genialata horror. ma pure genialata fantascientifica, ma pure genialata comica.
    insomma, genialata totale :)

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    1. Lo voglio vedere nella classifica di capodanno dei film cannibali! ahah

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    2. nella classifica ci sarà di certo. l'unica incognita sarà sulla sua posizione...

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  3. La scena cult per me è stata la scoperta del tritone XD
    Comunque concordo con te e con i due signori sopra, questo film è semplicemente geniale!

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  4. Concordo, veramente geniale. Un mix di riferimenti a grandi film horror e Sci-Fi che rendono questo film una buona parodia.Vorrei citare 2 film oltre a quelli detti nell'articolo , che danno la scenografia agli scienziati e una motivazione demoniaca a tutto il film che ha bisogno di sacrifici umani a demoni Lovcrafniani. Il bel remake di I 13 spettri e l'originale The Cube. Gia, non si era notato!

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