domenica 5 maggio 2013

HEMLOCK GROVE, Stagione 1 (2013), Brian McGreevy, Lee Shipman


USA, 2013
Regia: Eli Roth, Deran Sarafian, David Semel, David Straiton, TJ Scott
Cast: Bill Skarsgård, Landon Liboiron, Famke Janssen, Dougray Scott, Nicole Boivin, Kandyse McClure, Freya Tingley, Penelope Mitchell
Sceneggiatura: Brian McGreevy, Lee Shipman, Sheila Callaghan, Mark Verheiden, Daniel Paige, Rafe Judkins, Lauren LeFranc


Trama (im)modesta – Splendeva la luna piena su Hemlock Grove, Pennsylvania, quando una ragazza del liceo locale veniva brutalmente trucidata e squartata da una misteriosa creatura. Ora in città tutti si domandano chi possa essere stato. Ma i sospetti ricadono su due particolari emarginati: uno, Peter Rumanceck, è uno zingaro trasferitosi in città proprio agli inizi degli omicidi; l’altro, Roman Godfrey, è il ricchissimo erede dell’impero biotecnologico Godfrey, e sicuramente non gli mancano strani scheletri da nascondere nell’armadio. Nel frattempo strani fenomeni avvengono in città: Christina, la figlia dello sceriffo, comincia a essere perseguitata da paurosi incubi, la cugina di Roman è incinta di quello che si dice essere un angelo e comincia a indagare sugli omicidi la misteriosa dottoressa Chasseur. Al nuovo plenilunio, un’altra ragazza viene trovata morta: Roman e Peter devono adesso correre per districare tutti i misteri che circondano la famiglia Godfrey, gli omicidi e tutta la città di Hemlock Grove.


La mia (im)modesta opinione – Signori e signore, vi presento la serie dell’anno. Non so esattamente cosa sia, ma il portentoso intruglio di stregoneria, maledizioni di famiglia, body-horror e citazionismo sfrenato è una vera bomba. Dopo un pilot figo ai limiti del possibile, la storia di Hemlock Grove parte a raffica: sì, le atmosfere sono fortemente teen ma le svolte inattese della sceneggiatura e il gusto per l’horror più disturbante fanno della serie tv prodotta nientemeno che da Eli Roth la versione adulta di tutti quei prodotti adolescienzal-horror figliati dall’infame saga di Twilight. Le forze in scena infatti sono le stesse (licantropi in primis) ma l’intrigo raggiunge intricatezza tale e il lato mystery è talmente ben gestito che Hemlock Grove riesce a superare tutti i modelli a cui si ispira e assumere una propria originalità. Punto di forza principale: il crearsi una propria mitologia, dei propri riferimenti interni.


Non illudiamoci, la sceneggiatura non arriva ai livelli di intensità e potenza di altre serie di levatura assai più alta. Non abbiamo davanti le indagini sulla natura umana di Breaking Bad e The Walking Dead; ma piuttosto pare di essere fra le atmosfere raffinate e, per così dire, fini a se stesse di Les Revenants, serie che con Hemlock Grove condivide non poche somiglianze ma con un sovrappiù di sbalorditiva e brutale crudeltà (necrofilia, infanticidio e via dicendo). La prima cosa a cui ci si affezioniamo sono i personaggi, sebbene gli attori non siano certamente a sommi livelli. Bill Skarsgård, il classico”troppo figo per essere vero”, riesce a dare al suo Roman più d’una toccante sfumatura sebbene, come attore, sia alquanto cane; non si può dire lo stesso dell’ottimo Landon Liboiron, vero concentrato di fascino gitano e sensualità lupesca, ma stranamente divertente e sboccato.


Fantastico è poi il contorno: da una Famke Janssen satanicamente sexy (ormai entrata nel novero delle MILF del secolo), all’oscura delicatezza di Freya Tingley, vera visione di gotiche fantasie. Ma la prova migliore di tutte la dà la giovane Nicole Boivin nella parte della quattordicenne affetta da gigantismo, Shelley, che ci fa quasi sentire tutta l’intima pena di una ragazzina intrappolata di un corpo mostruoso e deforme. Poi tutta una pletora di personaggi di contorno che contribuiscono a creare un vero e proprio mito gotico 2.0, rielaborando e rimasticando tutti i possibili rimandi all’horror classico. Fra le scene di Hemlock Grove il cinefilo potrà ritrovare citazioni e rimandi a Il silenzio degli innocenti, La notte dei morti viventi, Inception, i film di Roger Corman e Vincent Price, Frankenstein, Dracula, Alcie nel paese delle meraviglie e moltissimi altri.


La frescura di un impianto nuovo si sente eccome. Hemlock Grove parte alla grande e, sebbene paia instradarsi verso la direzione più trash, riesce persino a ingranare una nuova marcia e arrivare a un finale in cui tutti i nodi vengono al pettine con una maestria che raramente si vede in televisione, specie se mescolata a una così perfetta regia e fotografia. E anche il finale è pressoché perfetto soddisfacendo tutte (o quasi) le domande disseminate  lungo i tredici episodi precedenti ma lasciando aperte le porte per una storia futura, aggiungendo anche delle note di toccante commozione e nostalgia. Abbiamo trovato il Twin Peaks dell’era di Twilight? Forse no, ma con Hemlock Grove ci siamo andati maledettamente vicino. Un cult assoluto.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Assolutamente Voglia di vincere (1985) di Rod Daniel, insieme alle atmosfere metabarocche del Bram Stokers’s Dracula (1992) di Francis Ford Coppola ma le ovattature di dramma teen in stile Final Destination (2000) di James Wong o, appunto, Twin Peaks (1990) di David Lynch e Mark Frost. E se dovessimo pensare al piccolo schermo, vi spiegherei Hemlock Grove come una fusione di American Horror Story (2011-...) di Ryan Murphy e Brad Falchuk e quella bella prima stagione di True Blood (2008) di Alan Ball. P.S. Ma se tante atmosfere ci fanno venire in mente, queste belle puntate di Hemlock Grove, dobbiamo ammettere di avere davanti uno stile assolutamente nuovo di fare dell'horror.


Scena cult – Ovviamente la brutale trasformazione in lupo mannaro di Peter, lo spettacolare sogno di Roman nell’ottava puntata e, ovviamente, il finale in stile Rosemary’s Baby.

Canzone cult – Molte canzoni e molto belle (quasi) tutte. Ma, oltre la sensuosa sigla di Nathan Barr, la vera gemma assoluta e la rarissima e semisconosciuta Mississippi Mud dei Black Blood & the Chocolate Pickles.

6 commenti:

  1. W il trash. Questa serie tv è quanto di più particolare in circolazione, alcune cose mi sembrano esagerate ma l'esagerazione è la chiave della serie. Personaggi fantastici ma soprattutto giusti dall'ennesimo fratello Skarsgård passando alla MILF del secolo che ricorda tanto Victoria di Revenge ma in salse diverse. Sono solo alla quinta puntata e ogni volta è un WTF al limite dell'assurdo. Quel qualcosa di diverso che ci vuole.

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  2. anche io sono fermo alla quinta puntata.
    nel punto in cui più che dalle parti di twin peaks, si sta finendo in quelle trash di true blood.
    mah, speriamo bene...

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    1. Migliora, fidati. Dall'ottavo episodio sono tutti fantastici.

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  3. Ho visto solo la prima puntata e mi ha intrigata parecchio. Prossimamente recupero tutti gli episodi, incrocio le dita ma di Eli mi fido ciecamente!

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    1. Andrà a peggiorare per un periodo, poi migliora sul finale: tu sii fedele.

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