giovedì 2 gennaio 2014

SHERLOCK – “The Empty Hearse” (Stagione 3, 2014), Jeremy Lovering


Regno Unito, 2014
Regia: Jeremy Lovering
Cast: Benedict Cumberbatch, Martin Freeman, Mark Gatiss, Rupert Graves, Una Stubbs, Louise Brealey
Sceneggiatura: Mark Gatiss


Trama (im)modesta – Sono passati due anni dalla morte di Sherlock Holmes, gettatosi nel vuoto dal tetto del St. Bartholomew’s Hospital di Londra. Ci sono stati il funerale, la bara. Ma un gruppo di fanatici fan porta avanti la teoria che il leggendario detective sia ancora vivo e abbia falsificato la sua morte. Lontano da tutte le voci, devastato dalla perdita dell’amico, John Watson è andato avanti con la sua vita, ha trovato una compagna, sta per sposarsi. Gli viene quasi un infarto quando Sherlock gli si ripresenta, vivo e vegeto, con un nuovo caso da risolvere: una gruppo terroristico sta per colpire Londra. Al segugio di Baker St. è affidato il compito di salvare la città.


La mia (im)modesta opinione – Due anni sono passati. E come noi fan li abbiamo sentiti, li hanno sentiti anche i protagonisti della serie BBC che si ritrovano leggermente invecchiati (anche solo per un brutto baffo che si sono fatti crescere), annoiati dalle loro vite anonime, disperati, chi in un modo chi in un altro, per la perdita del geniale detective. Ecco il primo tocco di genio degli autori: i fan che, nella vita reale, hanno passato due anni a sfiancarsi su assurde teorie circa la sopravvivenza di Sherlock sono rispecchiati dai fan del detective che, nel telefilm, si lanciano nelle più improbabili e funamboliche ipotesi sugli eventi del giorno in cui Sherlock Holmes era, agli occhi del mondo, morto. Due delle migliori di queste ipotesi ci vengono mostrate. Una al cardiopalma che par tratta da un film d’azione, l’altra (parecchio spassosa), scovata di certo in qualche forum yaoi, che vede Sherlock fingere la sua morte e scappare con il ritrovato amore della sua vita...


Gli scrittori ascoltano i fan: buon segno. Gli scrittori sono parecchio più avanti dei fan: segno ancora migliore. Con un ulteriore, piccolo folgorante dettaglio, Sherlock stesso racconta l’intricata vicenda della sua sopravvivenza e ci lascia persino con il dubbio che non sia tutta la verità. Ma una spiegazione l’abbiamo, possiamo dirci accontentati. Sherlock è tornato. Una puntata, The Empty Hearse, che è un trionfo. Non solo un equilibrio perfetto fra il nuovo caso del detective più famoso del mondo e lo scompiglio che il suo ritorno ha portato ai suoi cari, ma anche il ritorno di una serie finalmente smagliante, lontana dalla brillante ma scadente messinscena dell’ormai lontana prima stagione che ha catapultato a velocità d’urto i suoi due protagonisti nel paradiso della stardom.


Finalmente una puntata dall’aspetto decisamente inglese ma che d’inglese non ha la solita povertà di stile. Già s’erano viste avvisaglie nell’altro, splendido opening della seconda stagione con protagonista l’assolutamente perfetta Irene Adler. Peccato poi che la seconda puntata abbia perso d’epicità per lasciare con un sorriso d’accontentamento alla terza finale. Bisogna ammetterlo: Sherlock ha sempre avuto grandi puntate iniziali la cui qualità è stata messa in discussione da episodi successivi spesso pretenziosi e non certo all’altezza dei precedenti. E la prima stagione ne era un esempio più che evidente, quasi fastidiosa nella sciocchezza con cui certe trame venivano risolte.


Ma questo pare un problema superato. La regia di Lovering è mobile, intensa, teatrale. Lo script di Mark Gatiss è meditato, divertente, astuto. Quanto ai nostri protagonisti, sono soltanto migliorati. Anzi, sia il mitico Cumberbatch (già entrato nella lista dei miei attori di culto) che l’ottimo Martin Freeman paiono divertirsi un mondo, gigioneggiano entrambi quasi al limite dei loro personaggi. Conquista, questo primo episodio, anche grazie alla mirabolante sequenza iniziale, degna di John McClane, alle visioni cerebrali di Sherlock, all’eccitante colonna sonora e agli spettacolari effetti speciali. Attendiamo allora l’episodio del 5 Gennaio (che, essendo anche il giorno del compleanno di chi scrive, dovrà essere anche un gran bel regalo) e festeggiamo: Sherlock è tornato.


Se ti è piaciuto guarda anche... – Ovviamente le prime due stagioni precedenti, insieme al frizzante Sherlock Holmes (2009) di Guy Ritchie. Altro gran film sul segugio di Baker St. è il classico vintage Senza Indizio (1988) di Thom Eberhardt. Volendo vedere il grandissimo Benedict Cumberbatch in un personaggio pressoché epico, è obbligatorio Star Trek – IntoDarkness (2013) di J.J. Abrams. Se invece voleste rivedere insieme sullo schermo l’accoppiata Cumberbatch/Freeman, ci sono i recentissimi primi due film della saga de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato (2012) e La desolazione di Smaug (2013) entrambi di Peter Jackson.


Scena cult – Il mirabolante incipit, la confessione di Holmes e, per quello che mi riguarda, tutte le scene dal primo all’ultimo minuto.

Canzone cult – Nessuna in particolare ma grandissima è il brano Pursuit di David Arnold e Michael Price.

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